"Noi ripudiamo le dichiarazioni del Vice Ministro Kara. Sono indegne, e sarebbe stato opportuno che non fossero mai state pronunciate.
Dopo la sua dichiarazione, il viceministro Kara ha inviato le proprie scuse, con l'approvazione del Ministero degli Esteri.
Le osservazioni (espresse da Kara) non riflettono in alcun modo la profondità del legame tra i popoli e i governi di Israele e Italia.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu avrà prossimamente un incontro di chiarimento con il Vice Ministro (Kara)."
Questo è il testo del comunicato ufficiale rilasciato dal ministero degli Esteri israeliano dopo le dichiarazioni di ieri di Ayoob Kara, vice ministro della Cooperazione Regionale, membro della Knesset, eletto nel 2015 nelle liste del Likud.
Che cosa aveva detto Ayoob Kara? Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth aveva riportato le parole del viceministro che trovandosi in Vaticano il 26 ottobre ed avendo vissuto l'esperienza del terremoto, aveva dichiarato che il fatto di trovarsi all'interno della Santa Sede non gli avrebbe comunque fatto correre alcun rischio.
Già questa affermazione, da sola, dovrebbe far sollevare non poche perplessità, ma è il resto di quel che Kara ha detto che è stato ritenuto, eufemisticamente, fuori luogo: «Sono certo che il terremoto sia avvenuto a causa della decisione Unesco che il Papa ha fortemente disapprovato. Ha anche detto che la Terra Santa è legata alla Nazione di Israele».
A parte che la Sala Stampa vaticana non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale di Papa Francesco in merito alla mozione Unesco sulla spianata delle moschee ed è molto difficile credere che un Papa si pronunci tanto apertamente contro un'organizzazione delle Nazioni Unite e, indirettamente, contro il popolo palestinese che ha tra l'altro una certa percentuale di credenti cristiani, ma ipotizzare anche una punizione divina per l'Italia in seguito all'astensione nelle due votazioni sulla mozione dell'Unesco è stato troppo e tale affermazione è arrivata anche in Italia.
Trattandosi di Israele, non c'è stato, almeno ufficialmente alcuna indignazione dal mondo politico, né da parte dei partiti né da parte del governo. Nessun comunicato né da Renzi e neppure da Gentiloni.
È però lecito supporre che qualche telefonata sia stata fatta e, per tale motivo, il governo israeliano si è visto costretto ad intervenire con il comunicato sopra riportato, anche per la visita ufficiale in Israele del presidente della Repubblica Mattarella.
Anche l'UCEI, che rappresenta le associazioni ebraiche presenti in Italia e che si è data molto da fare perché il nostro paese cambiasse la propria posizione sulla mozione Unesco dall'astensione al no, non ha avuto nulla da dichiarare sulle parole di Ayoob Kara.