Sconosciuto ai più, chi sia Giuseppe Conte ce lo fa sapere in un suo articolo anche il New York Times (Italy’s Populists Move Closer to Power, With Little-Known Pick for Prime Minister).

A parte le doti professionali, la bella presenza e l'ottimo inglese, nell'articolo ci sono due elementi che più di altri possono interessare all'opinione pubblica italiana per avere un quadro il più possibile completo del prossimo presidente del Consiglio.

Il New York Times si è fatto raccontare Conte da una sua conoscente e collega, Carla Lucente, professoressa di lingue e letteratura moderne alla Duquesne University, una università privata cattolica, fondata nella seconda metà dell'800, che ha sede negli Stati Uniti, a Pittsburgh, Pennsilvania.

La conoscenza risale al tempo in cui i due hanno lavorato insieme a Villa Nazareth, un collegio universitario cattolico con sede a Roma, associato alla Duquesne University e con stretti legami con il Vaticano. Quindi, sappiamo che nel caso sia lui a presiedere il nuovo esecutivo, il placet da Oltretevere è di certo assicurato.

L'altro aspetto interessante è legato al curriculum di Conte che elenca ricerche in famose università di tutto il mondo, tra cui Yale, la Sorbona e la New York University, dove ha affermato di aver "perfezionato e aggiornato i suoi studi" durante soggiorni di almeno un mese, ogni estate, tra il 2008 e il 2012.

Alla domanda sulla frequenza di Mr. Conte, Michelle Tsai, una portavoce della New York University, contattata lunedì dal Nyt ha detto però che "una persona con questo nome non compare nei nostri archivi né come studente, né come membro di facoltà", a meno che non abbia seguito dei corsi di uno o due giorni, per i quali l'università non tiene registri.

Polemiche in arrivo? Detto fatto.  Ma le polemiche riguardano unicamente il cursus honorum del professore e non le sue frequentazioni in curia. Ecco, pertanto, che arriva, seppure con un po' di ritardo, la controreplica grillina relativa solo al curriculum del professore...



Ma che dire della sua "vicinanza" con università e collegi cattolici, con preti e cardinali?

Che l'Italia sia la patria dei diritti civili non risulta. Che lo possa diventare con un governo di cui ne fanno parte i leghisti pare impossibile persino immaginarlo.

Se poi a presiederlo c'è pure una persona che non è estranea a frequentazioni con personaggi di rilievo delle gerarchie vaticane, senza dimenticare quelle giovanili in quel di San Giovanni Rotondo, tutta questa novità sbandierata dai cinquestelle si è già vista anche in passato... e pure di recente.