Lunedì 12 aprile, ai primi posti dei trend su Twitter, ancora una volta visto che era già capitato in passato, campeggiava #SalviniPagliaccio.

L'ultima gaffe del propagandista leghista da meritare, secondo gli utenti del social, tale definizione è l'aver pubblicato il seguente post in cui attacca Zingaretti e la sanità della regione Lazio per aver annunciato la vaccinazione dei detenuti con il vaccino  monodose Johnson e Johnson...

Una decisione, peraltro, già comunicata da più di una settimana, come testimonia il sito del garante dei detenuti del Lazio con il seguente articolo del 2 aprile:

“Saluto decisamente con favore le affermazioni dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, il quale, in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, ha dichiarato che è già pronto un piano carceri e che quando arriverà Johnson&Johnson, la priorità assoluta sarà data a personale e detenuti”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, il quale durante la pandemia ha più volte rappresentato alle istituzioni la necessità di anticipare le vaccinazioni negli istituti di pena.“D’altronde – prosegue Anastasìa – la situazione può precipitare in qualsiasi momento: i casi di positive al virus nel carcere femminile di Rebibbia sono arrivati a 55, ma potrebbero ancora aumentare, così pure negli altri istituti di pena del Lazio, colpiti da focolai nei mesi scorsi”.Solo pochi giorni fa, il 29 marzo, le detenute positive al virus nel carcere femminile di Rebibbia erano 25, secondo i dati comunicati al Garante dei detenuti dalla Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria – Area rete integrata del territorio. Due i casi nel Nuovo complesso e sette casi nella casa di reclusione, sempre di Rebibbia. Tre i casi a Regina Coeli, e due a Civitavecchia, per un totale di 39 casi nel Lazio, sempre al 29 marzo. Solo una settimana prima, il 22 marzo, nei 14 istituti di pena del Lazio risultavano 19 positivi al coronavirus in tutto.

Poi, a svelare la becera propaganda di Salvini e della sua macchina del fango nelle scorse ore gli stessi D'Amato e Anastasia hanno rivelato alla stampa (e a Salvini) che in Lombardia e Veneto, due regioni a guida leghista, le vaccinazioni ai detenuti sono iniziate già dal marzo scorso. 

Non solo. Salvini pretende di voler rappresentare la polizia penitenziaria e poi si indigna se vengono vaccinati anche i detenuti (oltre agli agenti), non riuscendo a comprendere che i detenuti una volta vaccinati non potranno essere, se non in modo minore, un pericolo di contagio per gli agenti. Infine, approfittare del vaccino monodose di Johnson e Johnson facilita anche le operazioni di somministrazione, perché non è necessario il richiamo.

Ma a Salvini, la sua ignoranza e la sua propaganda, gli fanno dire che fare una cosa di buonsenso è roba da matti! E poi fa l'offeso se sui social lo definiscono un pagliaccio: "persona che si comporta in modo ridicolo, con assoluta mancanza di serietà, di dignità, di coerenza, e sulla quale non si può fare alcun affidamento" (Treccani).