"Abbiamo centrato gli obiettivi posti da Draghi prima del compimento dell’anno – osserva Cingolani – ora c’è un problema di implementazione. E questa fase non ha bisogno di uno con il mio profilo”. ..."Per il 2050 dobbiamo avere la forza e il coraggio di investire in ricerca, sviluppo, cultura e formazione, e di rivedere costantemente il nostro Piano, perché quello che oggi è impossibile potrebbe essere possibile tra 13 anni".
Questo è quanto affermato in una intervista a Staffetta Quotidiana, rivista di settore che si occupa di fonti energetiche dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Una dichiarazione rilasciata alla vigilia di Natale che solo nelle scorse ore è arrivata all'orecchio dei media.
Ma quali erano i compiti di cui Cingolani si doveva occupare? Scrivere la parte del Pnrr di sua competenza; mettere in piedi il neonato ministero della Transizione ecologica e predisporre le semplificazioni normative (le norme sblocca cantieri).
"La transizione ecologica - ha poi aggiunto - va fatta insieme, va discussa con tutti, nessuno deve essere lasciato indietro. Io non ho dovuto seguire una strada preordinata. Ho concertato con il presidente Draghi alcune scelte di massima e di tenere la barra dritta sui grandi impegni internazionali".
La domanda che tutti si pongono adesso è: ma quando è mai iniziato il lavoro che Cingolani dice di aver terminato?
E in attesa di capire quale sia realmente stato il lavoro svolto, per i maligni, quella di Cingolani si tratterebbe di una vera e propria fuga dalle responsabilità, anche causata da bollette energetiche carissime per le quali non è stata indicata e offerta una alternativa di approvvigionamento per privati e imprese.