Uno dei problemi cronici che l'Italia si porta dietro da tempo, è quello dell'indebitamento. La crisi da coronavirus purtroppo non farà che peggiorare la situazione.
Ci aspetta, infatti, un periodo in cui, per supportare famiglie e imprese e rilanciare l'economia, lo Stato sarà costretto a fare molto molto debito.
In base al DeF di aprile, che traccia lo scenario di previsione della prossima legge di bilancio, il deficit fiscale dell'Italia nel 2020 sarà pari ad un -10%, corrispondente a circa 160 miliardi di euro di mancate entrate che andranno ad aumentare il debito dell'Italia.
E quasi certamente, a questa cifra bisognerà aggiungere gli ulteriori costi derivanti da un incremento del tasso di rendita dei titoli di Stato: più aumenta il rischio di default del Paese, più aumenta aumenta il tasso di interesse che viene garantito a chi si assume il rischio di acquistarli.
Da parte della BCE l'impegno concordato (tramite il ricorso a Mes e alla Bei), è quantificabile in circa 85 miliardi di euro a supporto dei conti italiani, cioè la metà di quanto ci servirà per finanziare la ripresa. Neppure il Recovery Fund, che comunque entrerebbe in funzione dal 2021, servirebbe a coprire l'altra metà. L'unica che potrebbe fare uno sforzo aggiuntivo è la BCE, che però non potrà coprire in eterno il nostro fabbisogno.
E cosa accdarà quando la BCE deciderà di reimmettere sul mercato i titoli del debito italiano che ha e avrà in portafoglio?