Le opere nella East Sculpture Hall abbracciano circa 250 anni di storia francese, da prima della nascita di Luigi XIV al Secondo Impero. In quegli anni cambiarono radicalmente sia gli stili artistici che le fonti del mecenatismo. Voltaire sosteneva che "la scultura raggiunse la perfezione sotto Luigi XIV".
Nella sola Versailles, più di 36.000 operai e 6.000 cavalli hanno lavorato per quasi quindici anni per trasformare il piccolo castello di caccia del re nel palazzo più magnifico e influente d'Europa. I loro sforzi furono unificati dalla supervisione artistica di Charles Le Brun, il cui grandioso classicismo impresse l'intera produzione artistica francese alla fine del 1600.
Nel secolo successivo, nuovi mecenati e un'atmosfera più rilassata inaugurarono lo stile rococò più leggero. Luigi XV evitava la formalità della corte del bisnonno, e gli scultori, come altri artisti, si rivolgevano a soggetti più intimi ritratti con un tocco delicato. Commissioni reali e pubbliche lasciarono il posto a opere di piccola scala realizzate per mecenati privati.
Dopo la metà del 1700, però, la moderazione e la disciplina del neoclassicismo cominciarono a sostituirsi alla frivolezza del rococò. Tutte le arti furono fortemente influenzate dalla scultura dell'antica Grecia e di Roma, accrescendo lo status degli scultori e del loro mestiere. Si diceva che lo stesso Napoleone avesse osservato: "Se non fossi un conquistatore, vorrei essere uno scultore".
Nel 1867, quando l'ultima delle statue qui fu completata, gli scultori non facevano più affidamento esclusivamente su commissioni. Realizzavano sempre più opere da esporre alle mostre ufficiali del Salon, dove potevano essere ammirate dal pubblico e infine acquistate dai collezionisti. È diventato anche più comune per gli scultori fare copie multiple delle loro opere di maggior successo, spesso in una varietà di varianti.
Con il contributo di Le Pietre Srl