Il Parco Anna Serena Zambon nasce perché cooperazione e solidarietà diventino strumenti indispensabili per creare un nuovo umanesimo, in grado di interagire con l’ambiente in termini di rispetto nelle azioni e di convivenza.
Promuovere l’educazione ambientale verso tutti i cittadini e in particolare verso le nuove generazioni è l’importante e primaria sfida del Parco. Insegnare ai giovani la distinzione tra energie rinnovabili e non rinnovabili, la responsabilità personale sullo spreco, sulla formazione dei rifiuti e sulla loro differenziazione. La crisi che viviamo oggi ha dimostrato i paradossi di questo nostro sistema economico. Si pensi che è bastato un virus a distruggerlo. E questo ha dimostrato ulteriormente la fragilità totale del nostro sistema.
E’ tempo di ripartire e di scegliere il futuro che vogliamo: non possiamo continuare a ripetere gli stessi errori del recente passato. Deforestazione, inquinamento, allevamenti intensivi: il nostro pianeta era già molto malato ben prima dell’arrivo della pandemia. Perdita di biodiversità, declino degli impollinatori, monocolture, OGM, uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, cioè l’agricoltura industriale, minacciano seriamente e definitivamente la terra.
La soluzione sta nel cambio di paradigma, rivolgendosi verso una agricoltura ecologica, basata sulla diversità di colture e pratiche agricole, verso una protezione incondizionata di tutto l’ecosistema. La ripartenza dopo il Covid 19 era ed è ancora un’occasione storica per rifiutare un sistema economico basato su attività inquinanti e distruttive, che avvelenano l’ambiente e minacciano seriamente la salute delle persone.
Abbiamo coinvolto nel Parco artisti visivi, che si occupano da sempre di salvaguardia dell’ambiente attraverso le loro proposte creative, perchè la cultura tutta e l’arte devono attivare quei processi innovativi e divulgativi che attraverso l’equilibrio e il rispetto delle risorse aggiungano plusvalore totale alla qualità ambientale.