A 130 anni dalla delibera istitutiva, il mercato domenicale, dopo l’obbligato stop dovuto alle note esigenze pandemiche, oggi come allora, torna ad essere, ideale porta di accesso ed occasione di sviluppo dell’intera area.

L’Anno 1890, il giorno 17 agosto. S. Croce di Magliano e nella Casa Comunale. Convocato il Consiglio. “Il presidente fa rilevare l’importanza che maggiormente acquisterebbe questo Comune e la grande utilità che se ne ricaverebbe se si istituisse un mercato settimanale per lo sviluppo economico commerciale del paese. Egli osserva che pria di oggi, in questo Comune era isolato da ogni comunicazione stradale, veniva abbandonata l’idea del marcato; però ora che i voti di questa cittadinanza sono stati in parte appagati, è tempo che questo Comune progredisca nella civiltà e nel commercio. La istituzione di un mercato sarà il principio di un’era novella per questo abbandonato paese. S’augura che il Consiglio vorrà di buon grado accogliere la seguente proposta ed addita per locale in cui dovrà effettuarsi il mercato, il largo del Casale. Il Consiglio plaudendo alla proposta del signor presidente ad unanimità di voti delibera che in ogni Domenica abbia luogo in questo Comune sul largo del Casale, il mercato, e fa appello all’Illustrissimo Signor Prefetto perché provvegga, a norma di legge, alla pubblicazione della presente deliberazione nei Comuni limitrofi a questo.”

Se a Santa Croce, in base alla sopra riportata delibera comunale, l’idea di mercato viene proposta, in consiglio comunale il 17 agosto del 1890, in termini assoluti, le origini dello scambio merceologico ambulante, sono antichissime.

Per Sumeri e Babilonesi, il mercato, aveva luogo alle porte della città, nei punti di arrivo dei percorsi extraurbani, nel mondo islamico, prende il nome di suk, in Grecia, tale era l’ importanza del mercato come luogo di commercio, da coincidere con l’agorà, la Piazza, indiscusso centro sociale e politico della città.

Venendo al nostro paese, la visceralità del rapporto che lega il popolo santacrocese al mercato domenicale, certamente tra i più grandi e forniti tra quelli organizzati all’interno della nostra regione, è dimostrato dal fatto che, il ritorno, la scorsa domenica, seppur solo parziale, delle decine di ambulanti all’ombra della statua eretta, anni or sono, in onore di Padre Pio, con il loro vociare, i loro variegati accenti, i loro prodotti ed i loro odori e sapori è stato percepito come il vero e proprio ritorno alla normalità, forse più delle stesse disposizioni politiche e governative.

Bisogna capire che, se, canonicamente, il mercato rappresenta “solo” il luogo in cui si contaminano sapori, storia e tradizioni, per i santacrocesi, il mercato rappresenta qualcosa di più, l’aprirsi al territorio, accogliere, intrecciare relazioni, commerciare ospitando, rompere il proprio isolamento, mostrarsi col proprio vestito migliore, quasi nelle forme di una caotica ed attiva città e non di un piccolo paese in via di spopolamento.

Pochi sono infatti, salvo il Liceo scientifico ed il Poliambulatorio, altri servizi superstiti, a valenza comprensoriale, che giustifichino la frequentazione del nostro paese da parte di cittadini “non residenti”.

Rilanciando quel sussulto progressista alla base della sua stessa istituzione, ricorrendo quest’anno il 130simo anniversario dalla sua istituzione , vista la grave crisi che sta interessando il mondo del commercio, soprattutto quello locale, caratterizzato da piccole dimensioni, sarebbe un vero e proprio peccato non sottolineare adeguatamente la ricorrenza, implementando al meglio, la funzione di “vetrina” che, il mercato, per sua stessa natura rappresenta.

Antonio Martino, Santa Croce di Magliano