Il progetto "Educare alle relazioni", contro la violenza di genere, promosso nelle scuole dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è di per sé, oggettivamente, una inutile baggianata, in funzione della modalità scelta per renderlo esecutivo: facoltativo in orario extra scolastico. Se tale scelta, a voler essere ottimisti, deve essere invece interpretata come sperimentazione è altrettanto sbagliata, perché in tal caso avrebbe avuto più senso avviarlo in poche scuole selezionate in tutte le regioni, rendendolo comunque obbligatorio in orario scolastico.
Nella prima stesura del progetto, il ministro leghista aveva deciso di affidarne la cura a dei garanti. Questi i nomi che erano stati scelti: Suor Monia Alfieri (altrimenti nota come suor Porro), della consulta pastorale scolastica della Conferenza episcopale italiana (Cei), l'avvocatessa Paola Zerman, ex candidata per il Popolo della famiglia di Mario Adinolfi (brividi...), e Paola Concia, attivista LGBTQI+ e figura di spicco di Didacta, la fiera annuale della scuola che si svolge a Firenze.
Se per i (post) fascisti i primi due nomi rispecchiavano alla perfezione il dettato del motto dio, patria e famiglia in voga nel ventennio, quello di Paola Concia ha invece scatenato un vero e proprio caso all'interno della maggioranza, con i (post) camerati che si sono fatti prendere dalle convulsioni al solo pensiero che una lesbica potesse finire per far diventare i maschietti degli omosessuali e le femminucce amanti dello stesso sesso, cosa che avrebbe impedito loro di sfornar figli per la patria!
E così il ministro Valditara, noto gaffeur tutto d'un pezzo, ha preso una decisione storica: quella di rinunciare ai garanti. La scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ha dichiarato il ministro, spiegando che il suo tentativo era finalizzato ad unire mondi molto distanti fra loro per un fine socialmente importante:
"Il progetto Educare alle relazioni, pertanto, andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti".
Questo il commento di Paola Concia, elegante e prudente (attenta a non chiudersi eventuali altri incarichi che potessero piovere da questa maggioranza):"Capisco la decisione del Ministro Valditara e lo ringrazio della fiducia accordatami. Dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra, è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto. Resto convinta che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne.Credevo davvero che l’orribile femminicidio di Giulia Cecchettin avesse segnato uno spartiacque anche su questo. È stato così per le donne, che sono scese in piazza a migliaia, a prescindere dalle loro convinzioni politiche. È stato cosí per i giovani, che hanno fatto altrettanto e hanno animato dibattiti importanti nelle scuole. Non è stato così per quei settori estremisti dell’associazionismo e della politica che si sono mobilitati per sabotare la possibilità stessa di un confronto super partes. Peccato. Il mio impegno resta, così come quello delle istituzioni scolastiche, confermato oggi dal ministro. Lo rilanceremo nella prossima edizione di Didacta Italia e in ogni altra occasione utile".