Nel pomeriggio, il Consiglio comunale di Torino ha votato un ordine del giorno nel quale si chiede la sospensione di qualunque opera indirizzata all'avanzamento dei lavori della TAV, finché non sia prima conclusa l'analisi costi benefici, in base alla quale il Governo potrà valutarne in maniera definitiva l'annullamento o la sospensione.

Nell'ordine del giorno, tra l'altro, si chiede anche di rendere pubblici e verificabili i criteri, le procedure e le modalità di attuazione di una rigorosa analisi costi-benefici, ridiscutere gli accordi con lo stato francese, revocare la nomina a Mario Virao (attuale direttore generale di Telt), abolire il ruolo di Commissario straordinario del Governo per la Torino-Lione (Paolo Foietta).

Inoltre, a scanso di equivoci, nel documento si ricorda anche che "non esiste alcun accordo internazionale sottoscritto dall'Italia nei confronti della Francia o dell’Europa che preveda l'esborso di penali in caso di ritiro unilaterale italiano".

L'ordine del giorno, che fa presente anche che la Città di Torino ha formalizzato la sua posizione contro la realizzazione della Tav già il 5 dicembre 2016, è stato approvato con 23 voti a favore dai 25 consiglieri presenti in aula. La sindaca 5 Stelle Chiara Appendino, oggi non era presente alla riunione del Consiglio comunale.



In una pausa della sua donchisciottesca e folle battaglia contro giornaloni, professoroni, fake news, poteri forti e chi più ne ha più ne metta, il vicepremier Di Maio si è congratulato con i consiglieri grillini per l'esito del voto, annunciando un futuro incontro conToninelli e la Appendino "per continuare a dare attuazione al contratto di Governo"... senza però specificare quale possa essere in tal senso il contributo della sindaca di Torino!


Ma visto quanto accaduto con la Tap a Melendugno, la possibilità che i 5 Stelle possano mantenere la promessa elettorale di fermare i lavori per la Tav è quasi certamente pari a zero.

I 5 Stelle, prigionieri delle loro promesse elettorali, adesso si stanno arrampicando sugli specchi per dimostrare la loro presunta coerenza, dimenticandosi di quello che avevano detto in passato...


E così si arriva pure al paradosso della giustificazione di Barbara Lezzi che, tirata in ballo da tutte le parti, ha pubblicato un video per giustificare il via libera al gasdotto in Puglia sostenendo l'assurda tesi di Di Maio, sul fatto che i 5 Stelle non sapessero dell'esistenza di un atto pubblico approvato nel 2013 , ed un'altra ancora più assurda che incolpa il Pd di non aver impedito l'esecuzione di un'opera che lo stesso Pd aveva tenacemente voluto e sostenuto...


Tutti colpevoli per la Lezzi... ma non lei, né gli altri esponenti del Movimento. Anni fa si sarebbe detto: arrendetevi, uscite con le mani in alto...