Ha proprio ragione Sebastiano Messina su Repubblica nel suo Cucù, l'arrivo di Draghi, il suo modus silenzioso di operare, lasciando a bocca asciutta, una stampa abituata alle vomitate del Conte addestrato da Casalino, alle frasi roboanti, mancava solo il balcone di palazzo Venezia.
E la stampa che fino a due giorni prima osannava Conte, come, a Gerusalemme, la folla all'entrata di Cristo, per la sua ultima Pasqua, aveva ora il suo nuovo idolo, il "Salvator Mundi", l'uomo che avrebbe salvato l'Italia.
Il governo dei "migliori", si diceva, Draghi avrebbe assoldato le menti migliori italiane per riportare il paese ad una certa dignità che le compete. Ci hanno creduto anche i mercati, facendo crollare il mitico indicatore "Spread" che costò la poltrona a Berlusconi.


Eppure c'è qualcosa che non va!

Come possono andare d'accordo i lupi e gli agnelli, i leoni e le antilopi, non mi sembra che sia tornata una mitica epoca dell'oro, dove predatori e prede vivevano pacificamente l'une accanto alle altre?
Come possono partiti di così diversa natura trovare un comune sentire?
E poi vi è all'interno la causa scatenante di tutte le crisi: il Movimento 5 Stelle.
Un movimento che ha perso la sua missione, ha perso il consenso e vive la disperazione di vendere il proprio carretto al migliore offerente, per poter ancora campare qualche anno.
Un movimento che è un insieme di movimenti, ognuno che va per la sua strada, come potrà mai stabilizzare questo governo?

Draghi aveva una chance sola che era quella di formare un governo tecnico, lo poteva fare tranquillamente, visto che nessun partito era realmente disposto a votare, tranne FdI che nelle elezioni è l'unico che farà la differenza positiva.

Per cui finito il silenzio, davvero i tromboni iniziano a stonare.