Sono continuati per tutta la giornata di sabato gli attacchi criminali dell'esercito israeliano nei confronti dei civili a Gaza. Dopo aver massacrato un centinaio di persone nel campo profughi di Jabalia, in serata altre decine e decine di persone, sempre a Gaza City, sono rimaste vittime di una serie di attacchi aerei e di artiglieria contro i quartieri di Shujaeya, Al-Tuffah, Al- Zaytoun, Al-Sabra, Al-Sheikh Radwan e Tal Al-Hawa.

Ai corrispondenti della WAFA i testimoni hanno riferito di scene terrificanti di decine  di corpi sparsi per le strade di Gaza, con i tentativi di salvataggio ostacolati dal continuo e intenso bombardamento israeliano sulla città. Solo il complesso residenziale preso di mira dalle forze di occupazione israeliane nel quartiere di Shujaeya, a est di Gaza City, ospitava almeno un migliaio di persone.

A Ramallah, dopo aver incontrato il procuratore capo della Corte penale internazionale) Karim Khan, a cui ha denunciato i numerosi crimini di guerra commessi dallo Stato ebraico a Gaza e nei Territori occupati, in serata il presidente dell'Autorità palestinese 

Durante l’incontro, il presidente Abbas ha informato il procuratore della CPI sugli sviluppi in corso in Palestina, soprattutto alla luce della persistente aggressione israeliana contro il popolo palestinese, Mahmoud Abbas, ha dichiarato che né il popolo, né la leadership della Palestina permetteranno un altro esodo simile a quello della Nakba del 1948, indipendentemente da quali potranno essere circostanze, sfide o sacrifici.

Abbas ha poi accusato gli Stati Uniti di non aver costretto il governo israeliano a cessare la sua aggressione contro il popolo palestinese: 

"Adesso basta con questo governo fascista [israeliano]. Non c'è più spazio per ulteriore tolleranza. Se la comunità internazionale non prende l'iniziativa per intervenire in modo positivo ed efficace, la situazione arriverà a un punto che non potrà più essere gestita politicamente".

Abbas ha pertanto rimarcato la necessità di fermare immediatamente e permanentemente l’aggressione israeliana in corso, aggiungendo l’importanza di garantire l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza.

Il Presidente ha inoltre affermato che il popolo palestinese continuerà la lotta per la libertà, l'indipendenza dall'occupazione e la realizzazione di uno Stato di Palestina indipendente, comprendente Gaza, con Gerusalemme come capitale, in conformità con la legittimità internazionale, oltre a risolvere la questione dei rifugiati sulla base del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. risoluzione 194.

Il presidente Abbas ha ribadito che Gaza è parte integrante dello Stato palestinese, sottolineando che "qualsiasi soluzione politica deve comprendere l'intera Palestina con Gerusalemme come capitale".

Ha respinto le soluzioni militari e di sicurezza, affermando che il riconoscimento dei diritti dei palestinesi e la creazione di uno stato palestinese sovrano, con piena adesione alle Nazioni Unite, sono le uniche strade verso la sicurezza, la pace e la stabilità.

In Cisgiordania continuano e si fanno sempre più intensi gli attacchi da parte di polizia, militari e coloni contro gli edifici, i beni e i civili palestinesi che, quando non vengono assassinati o feriti, sono arrestati senza motivo alcuno.