Prima il lockdown regionale e poi quello nazionale?
«Con tutte le Regioni condividiamo l’esigenza di limitare al massimo tutti gli assembramenti nei luoghi che possono determinare un aumento del contagio. Le reti territoriali sanitarie stanno tenendo molto bene grazie al lavoro fatto e agli investimenti già realizzati e dobbiamo rafforzarle sempre più. Il raccordo quotidiano con Regioni e Enti locali, improntato sulla leale collaborazione, già ripartito in Protezione civile, riavrà anche l’attività della cabina di regia, così come concordato con il presidente Stefano Bonaccini [presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, ndr]. Abbiamo il dovere di tutelare al massimo lavoro e scuola; lavoriamo, quindi, in questi giorni per limitare al massimo i contagi in tutti gli altri contesti».
Queste la parole di ieri del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia. Queste, invece le sue parole di oggi a Radio Capital, con i contagi che sono aumentati molto più di quanto non siano aumentati ieri:
«Le limitazioni di spostamento tra le regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire.La risalita dei contagi era prevedibile, le terapie intensive sono state rafforzate. Questi sono numeri diversi rispetto a quelli di aprile, anche se il virus c’è e bisogna conviverci. Come governo non fissiamo nessuna asticella».
Queste sono state le dichiarazioni di due presidenti di regione: Bonaccini, Emilia Romagna, e De Luca, Campania.
Stefano Bonaccini a Radio24:
«Se il contagio aumenterà e avremo situazioni molto più preoccupanti si dovrà essere pronti ad eventuali ulteriori restrizioni. Tutto dipende dai comportamenti che ognuno di noi adotta, ma anche dai controlli che mettiamo in piedi». Per questo ha indirizzato alla ministra Lamorgese una lettera «per chiedere come presidenti di Regione, che nei territori sia garantita l’attivazione dei controlli anche da parte delle Forze dell’ordine. È evidente che le tante misure che prendiamo devono avere anche una forma di controllo per evitare di interrompere tutto».
Vincenzo De Luca in conferenza dalla sede della regione Campania per il punto della situazione sull'andamento dell'epidemia:
«Entriamo nella fase D, cioè quella del contagio elevato o elevatissimo, perché se abbiamo 750 contagi il quadro cambia. L’obiettivo a cui puntiamo è avere più o meno un equilibrio tra nuovi contagi e persone dichiarate guarite. Ma, se questo equilibrio salta, cioè se dovessimo avere mille contagi e 200 guariti al giorno è lockdown. Se, in termini assoluti, hai 800 positivi al giorno arriviamo alla chiusura di tutto».«Chi è al ristorante quando ha finito la pizza se ne va. In Europa e in gran parte d’Italia quando si va al ristorante alle 21:30 ti dicono che la cucina è chiusa. Qui ci sono cattive abitudini che vanno cambiate, non è repressione, fascismo o sadismo, ma il minimo indispensabile se non vogliamo essere costretti a chiudere tutto». «La mascherina va usata anche a casa quando incontriamo i familiari, non c’è da vergognarsi. ... La priorità sono le case per anziani... a Portici è stata organizzata una festa a inizio settembre. Se qualcuno è tanto irresponsabile da fare una festa nella residenza per anziani deve essere arrestato. Abbiamo già presentato un esposto in procura».«Anche oggi avremo oltre 700 positivi. Il 90-95% sono asintomatici. È un elemento di novità rispetto ai mesi scorsi: queste persone non vanno in ospedale, ma vengono collocate in isolamento domiciliare. Però se si alza l’età media dei contagi dobbiamo aspettarci anche ricoveri ulteriori, tenendo conto di due novità che non avevamo 6 mesi fa: l’apertura delle scuole e la stagione dell’epidemia influenzale».«Mi permetto di segnalare che la Campania è la la Regione che soffre di più perché abbiamo aperto le frontiere e rimescolato il Paese. Era inevitabile che la regione a maggiore densità abitativa avesse problemi. Li affronteremo con coraggio per quello che umanamente è possibile. Abbiamo alle spalle mesi drammatici. Occorre avere senso di responsabilità perché non abbiamo risolto i problemi e ci saranno mesi drammatici. Dobbiamo trovare il senso dell’unità e della solidarietà nazionale, dobbiamo avere fiducia nel futuro».«Ritengo che il governo debba prepararsi da subito a un piano di sostegno alle imprese. È prevedibile che avremo mesi difficili. Per questo chiedo al governo di preparare un piano B: se dovessimo avere problemi pesanti per le imprese, il governo sia pronto a dare una mano. Imprese, famiglie e lavoratori non possono morire, hanno bisogno del pane».