Maschera sul viso e foto del cardinale Sepe e del suo violentatore stampate su un cartellone 40×60 affisso sul petto. Così, domenica 8 aprile, si è presentato davanti al Duomo di Napoli Diego Esposito, il 40enne di Ponticelli che ha denunciato il parroco don Silverio Mura per abusi sessuali subiti nell’età adolescenziale.
«Sono 8 anni che chiedo giustizia e questa mi viene negata. In attesa di quella civile, archiviata quella penale perché la mia denuncia è stata tardiva, attendo ancora oggi quella ecclesiastica. Perché nonostante ben tre pronunciamenti di Papa Francesco, non è cambiato niente.
Io sto sempre più male, ho perso il lavoro, mi hanno emarginato e trattato come un pazzo, don Silverio Mura ha invece continuato ad insegnare ai ragazzini sotto copertura della Curia di Napoli che non ha mai preso alcun provvedimento».
Con lui c’era anche Giuseppe, altra presunta vittima di molestie e violenze sessuali, più timido e più silenzioso. «Non è questo il momento di parlare della mia storia, ma a breve arriverà, renderò tutti partecipi del mio dolore».
Anche lui sarebbe stato vittima delle attenzioni perverse di don Silverio, assieme ad altri 10 ragazzi della periferia est di Napoli, pronti a denunciare nel processo di parte civile la loro sofferenza fisica e mentale che li costringe a percorsi di cura psicologica e alle assistenze continue dei familiari.
Ieri mattina c’era anche la moglie di Diego a distribuire un volantino di denuncia alla gente e a chiedere «l’espulsione dalla chiesa di don Mura e del cardinale Sepe».