"Ti voglio bene come nei film", Mimmo Parisi a eLove Talent
Mimmo Parisi presenta il romanzo Ti voglio bene come nei film. A seguire, un'intervista con l'autore.
Allora, Mimmo Parisi, cantautore e non solo.
«Già. Hai detto giusto: non solo. Ma, ovviamente, non è voglia profana di scavalcare i fili spinati passando dal territorio della canzone ad altro. Mi interesso di letteratura per il semplice fatto che essa è una ramificazione della cultura.»
Hai ragione. Tutte le forme compositive portano dritto lì. Anzi, colgo l’occasione, prima di passare al tema principe del nostro incontro, per chiederti se, nei momenti bui, la cultura possa essere un valido baluardo per dare serenità alla propria vita.
«Guarda, per come la vedo io, essa è uno scudo forgiato con un materiale più resistente di quelli usati dai 300 delle Termopili!»
Ah, però: allora devo sospettare che con te viaggi sempre qualche libro.
«Sempre. A volte, anche più di uno. Non solo romanzi, ma anche la poesia: da Montale a Ungaretti, passando da Leopardi. Tra i romanzieri non posso non citare l’immenso Edgar Allan Poe. Ma anche Dostoevskij e tanti altri. La poesia è una parola che evoca. È una forma molto vicina alla musica, è l’altra espressione della verità.»
Bene, passiamo al centro del nostro discorso: come mai questa tua partecipazione al concorso eLove Talent organizzato da Mondadori e Kobo?
«La prima frase che ti posso dire è: “Perché, no?”»
Mi sembra una risposta particolarmente stringata. Ma chiarisce da subito il concetto.
«Insomma, il fatto che io sia un cantautore/scrittore particolarmente attento ai mutamenti e agli eventi sociali, non significa che a me non interessino altre tematiche. Anzi, con Ti voglio bene come nei film, il mio romanzo in lizza al concorso eLove Talent, ho colto l’occasione di segnalare quegli aspetti emozionali senza i quali, verrebbe meno l’innamoramento.»
Indubbiamente, l’argomento sentimentale riguarda in maniera profonda l’umanità.
«Esattamente!»
Quindi, vedremo Mimmo Parisi alle prese con il plot di un romanzo dove la parte sentimentale è preponderante nella narrazione?
«Certo. Anche se, Ti voglio bene come nei film, è tutt’altro che una storia semplice. Tuttavia,la strada è quella. Comunque, dai, provo a fare attività di divulgazione. Insomma, il concorso al quale ho aderito è strettamente legato alla collana Harmony. Devi sapere che quest’ultima, ebbe origine agli inizi degli anni '80, su iniziativa di Leonardo Mondadori, da una joint-venture con la casa editrice canadese Harlequin Enterprises. Quindi, Harmony, è una collana di narrativa rosa. L’intestazione deriva proprio dalla crasi tra i nomi delle due case (Harlequin e Mondadori).»
Grazie per l’informazione. Ma, parlando di tuoi colleghi famosi e andando un attimo indietro nel tempo, sarei curioso di sapere cosa ne pensi del Nobel a Dylan. Ti convinse quel premio?
«Grazie per il titolo di ‘collega’ di Bob Dylan! E poi, convinto? Dirò di più: Dylan l’ha vinto per tutti i cantautori del mondo. Conosciuti, sconosciuti, mediocri o geniali. La polemica fatta a suo tempo è stata solo una escamotage per dire cose inutili: i cori delle tragedie e la poesia greca musicata altro non erano che parenti storici dell’attuale rap!»
Anche i trovatori medievali erano forgiatori eccellenti di versi.
«E di pensieri. Bene, voglio salutare tutti i lettori che mi seguono e, spero, quelli nuovi che, in questa nuova veste di novellatore di sentimenti narrati fra le pagine di Ti voglio bene come nei film, si avvicineranno per la prima volta alla mia produzione artistica.»