È il giorno di D'Alema. Dopo un'intervista al Corriere della Sera, l'ex premier ed iscritto al Partito Democratico, ribadisce le critiche al PD, per come lo ha trasformato Renzi, già espresse anche in un'intervista a SkyTg24.

Che cosa ha detto D'Alema al Corriere. Sul partito, pur non sapendo nulla di quanto è accaduto in questi giorni (!) perché era all'estero, ha detto che «il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani».

Sulla candidatura a sindaco di Roma, ha fatto capire che la sua preferenza, nel caso annunciasse di partecipare alle elezioni, andrebbe a Bray, considerando Giachetti, il vincitore delle primarie, una «personalità non all'altezza del compito».

Su una possibile scissione del partito, le parole di D'Alema non sono state certo prudenti: «Il Pd è finito in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali. Dei fondatori non sanno che farsene. Ai capi del Pd non è passato per l’anticamera del cervello di consultarci una volta, in un momento così difficile. Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?».

Duro anche il giudizio sullo svolgimento delle primarie a Napoli: «I dati sono impressionanti. Nelle aree di voto d’opinione, Bassolino è nettamente avanti. In altre zone è sotto di tremila voti: a proposito di capibastone e di truppe cammellate, come le chiamano i nostri cosiddetti leader. Bassolino denuncia un mercimonio. Produce video che lo provano. E il presidente del partito, con il vicesegretario, rispondono che il ricorso è respinto perché in ritardo? Ma qui siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità».

Massimo D'Alema ha ripetuto poi quello che aveva detto al Corriere anche in un'intervista a SkyTg24, spingendosi pure più in là: «Bisogna compiere un lavoro di ricostruzione del centrosinistra, non di creazione di un partitino alla sinistra del PD. È una battaglia politica e culturale che passa sia all'interno che all'esterno del PD, perché molti hanno deciso di andarsene. Ci sono diverse personalità intorno a cui si può ricreare il centrosinistra in alternativa a Renzi. Quando si arriverà al congresso del PD questo risulterà alla luce del sole».

E per sottolineare la svolta a destra del PD renziano ha poi aggiunto: «In quasi tutte le città in cui si va al voto stanno venendo fuori candidature e liste, nell'ambito del centrosinistra, fuori o in polemica con il Pd, questo è un fatto. Questo fatto testimonia che l'unità del centrosinistra non c'è più, è in crisi. Una parte dei parlamentari che formavano la coalizione elettorale del Pd sono all'opposizione, viceversa una parte significativa dei parlamentari del centrodestra sono al governo. Qualcosa è successo».

Massimo D'Alema sarà sabato sera a Perugia alla convention Energie Nuove per l'Italia, ordanizzata da Sinistra Riformista, per presentare l'ultimo libro del direttore de La Stampa, Maurizio Molinari.