Ha vinto ancora. Bernie Sanders ha sconfitto Hillary Clinton, la sua rivale nella corsa per aggiudicarsi la nomination democratica, anche nella primarie tenutesi sabato 9 aprile nello stato dello Wyoming. Sanders si è aggiudicato, così, otto delle ultime nove competizioni elettorali in campo democratico.
E' stata una vittoria piuttosto netta, considerando che il "vecchio" ha ottenuto il 56% dei voti, contro il 44% della Clinton. Il numero dei delegati in gioco non era particolarmente significativo: 18 in totale, di cui 14 ripartiti proporzionalmente al numero dei voti ricevuti. Certamente un buon auspicio per il prossimo round che si terrà nello stato di New York, il 19 aprile, dove, tuttavia, la sua rivale è ancora nettamente in vantaggio negli ultimi sondaggi.
Dopo il voto di New York, ci sarà ancora un turno di primarie favorevoli, in teoria, all'ex-segretario di Stato. Il 26 aprile, infatti, si voterà in Maryland, New Jersey, Rhode Island, Delaware e Pennsylvania.
Prima del voto in Wyoming, Hillary Clinton si era aggiudicata 1298 delegati, contro i 1079 di Bernie Sanders. Per assicurarsi la nomination democratica sono necessari 2383 delegati. La Clinton, oltre ad essere in vantaggio, può contare sull'appoggio di 469 cosiddetti superdelegati, cioè alti funzionari del partito, la cui decisione però può cambiare, dal momento che difficilmente si porranno in contrasto con quelli che saranno i risultati delle consultazioni popolari. Al momento sono solo 31 i superdelegati che appoggiano Sanders.
In campo repubblicano, la vittoria di Ted Cruz in Colorado complica ulteriormente le cose e rende ancor più probabile l'eventualità che nessuno dei due candidati in corsa (John Kasich può ormai essere considerato fuori dai giochi) riesca ad aggiudicarsi i 1237 delegati necessari per la nomination alla convention del giugno prossimo. Attualmente, la situazione vede Donald Trump in testa con 742 delegati, contro i 516 di Cruz.