Salute

In aumento i casi di Cancro In Italia e si ritorna a parlare di stili di Vita. Ma non dimentichiamo di dire che viviamo in un ambiente inquinato

Di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo - Salerno -

In Italia gli ammalati di cancro sono in aumento ed è giusto, "alla Veronesi", dire che è colpa degli stili di vita... ma bisogna anche dire di più.

Purtroppo come ho scritto e pubblicato su riviste internazionali, la terra è stata sommersa con lo smaltimenti di rifiuti in maniera dolosa e colposa con l'immissione nell'ambiente di sostanze potenzialmente nocive, cancerogene. mutagene e tossiche. Inutile, a mio giudizio parlare solo di stili di vita, di abuso di grassi, obesità, di abuso di alcool e fumo... dimenticando che esiste anche...e soprattutto  l'ambiente in cui viviamo.

Che senso ha parlare di stili di vita a Taranto per chi abita nei pressi dell'ex Ilva o in Basilicata o nella Terra dei Fuochi o a Gela o per chi vive nei pressi di un aeroporto?

Vogliamo per caso addolcire la pillola oppure prendere "per fessi" molti Italiani? 

Giustissima la prevenzione secondaria , anzi grazie ad essa viviamo di più. Ancora più giusta la prevenzione primaria, ma dobbiamo tenere presente l'ambiente. 

Inutile parlare e far chiacchiere se non si risolve il problema dell'inquinamento e quindi degli smaltimenti, sia dolosi che colposi. 

Il mondo intero deve prendere coscienza di ciò che noi stiamo dicendo da anni: la terra è l'ambiente in cui viviamo e bisogna salvaguardarla perché siamo ad un punto di non ritorno .

Noi interagiamo con l'ambiente ogni giorno e non è possibile curare l'uomo se non si cura l'ambiente... e anche gli stili di vita! 

Per questo aumentano le diagnosi di tumore in Italia rispetto al passato.

 Nel 2022 sono infatti stimati 390.700 nuovi casi, +14.100 in 2 anni. E se nella fase post-Covid, sono ripresi gli screening di prevenzione, è però allarme per gli stili di vita scorretti: il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. E' la fotografia scattata dal volume 'I numeri del cancro in Italia 2022', presentato oggi al ministero della Salute e frutto della collaborazione tra Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), Airtum, Fondazione Aiom, Ons, Passi, Passi d'argento e Siapec.

La pandemia, rilevano gli esperti, ha determinato nel 2020 un calo delle nuove diagnosi legato in parte all'interruzione degli screening, ma oggi si assiste alla ripresa dei casi di cancro come in altri Paesi europei. Quadro che rischia di peggiorare se non si pone un argine proprio agli stili di vita scorretti.

Pesano anche i ritardi nell'assistenza accumulati durante la pandemia, ma si registra una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2022, è il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne). Dall'altro lato, va letta positivamente la ripresa dei programmi di screening, tornati nel 2021 ai livelli prepandemici, in particolare quello mammografico raggiunge la copertura del 46% (nel 2020 si era attestato al 30%), per il colon-retto del 30% (era pari al 17% nel 2020) e per la cervice uterina del 35% (era al 23% nel 2020). 

I dati raccolti durante il biennio 2020-2021 "segnano un momento di accelerazione per lo più in senso peggiorativo per quanto riguarda i fattori di rischio comportamentali per i tumori: si tratta di un dato che non può non destare preoccupazione se si considera che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita". Lo afferma il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella prefazione del libro 'I numeri del cancro in Italia 2022' presentato oggi al ministero della Salute e giunto ala sua XII edizione.

La pandemia, rilevano gli esperti, ha determinato nel 2020 un calo delle nuove diagnosi legato in parte all'interruzione degli screening, ma oggi si assiste alla ripresa dei casi di cancro come in altri Paesi europei. Quadro che rischia di peggiorare se non si pone un argine proprio agli stili di vita scorretti. Pesano anche i ritardi nell'assistenza accumulati durante la pandemia, ma si registra una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2022, è il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne). Dall'altro lato, va letta positivamente la ripresa dei programmi di screening, tornati nel 2021 ai livelli prepandemici, in particolare quello mammografico raggiunge la copertura del 46% (nel 2020 si era attestato al 30%), per il colon-retto del 30% (era pari al 17% nel 2020) e per la cervice uterina del 35% (era al 23% nel 2020). Alla riattivazione dei programmi di prevenzione secondaria corrisponde un incremento del numero di interventi chirurgici per cancro del colon-retto e della mammella, anche in stadio iniziale.

Il dato positivo, però, è che a fronte dei 2,5 milioni di cittadini che vivevano in Italia nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37% in più di quanto osservato solo 10 anni prima.

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Autore Vincenzo Petrosino
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