"Finora Bolsonaro non mi ha chiamato per riconoscere la mia vittoria, e non so se chiamerà o se riconoscerà la mia vittoria".

Questo, a San Paolo, è quanto ha detto il 77enne Lula alle decine di migliaia di persone che si erano adunate per ascoltare le sue prime parole dopo la vittoria ottenuta ieri al ballottaggio, sancita dalla Corte Suprema Elettorale, che lo ha dichiarato prossimo presidente del Brasile (entrerà in carica a partire dal 1 gennaio), con il 50,9% dei voti contro il 49,1% di preferenze ottenute da Bolsonaro. 

Per l'attuale presidente il colpo subito è stato duplice, sia perché è stato sconfitto da un candidato di sinistra, sia perché è il primo presidente brasiliano in carica a perdere le elezioni presidenziali.

Bolsonaro, questo lunedì, forse, dirà ufficialmente se riconoscerà o meno la sconfitta.

Comunque, per capire il personaggio e che cosa abbia "venduto" ai suoi elettori dopo i disastri combinati negli ultimi anni, ad iniziare dalla gestione della pandemia, è indicativo quanto da lui pubblicato sul proprio profilo social:

Con la vittoria di Lula, l'estremismo di destra in America Latina registra una nuova sconfitta dopo quelle in Colombia e in Cile. Nel suo programma, il neo presidente ha promesso un ritorno alle politiche sociali controllate dallo Stato che hanno contribuito a far uscire milioni di persone dalla povertà durante i due suoi precedenti mandati come presidente. Inoltre, Lula ha promesso di combattere la distruzione della foresta pluviale amazzonica, che ha raggiunto livelli record da 15 anni a questa parte e fare del Brasile un punto di riferimento nei colloqui globali sul clima.