Non è stato un turno facile per l'Uefa quello appena concluso, relativo alle qualificazioni per gli Europei di calcio 2020.

L'Uefa, infatti, valuterà eventuali provvedimenti da prendere nei confronti della nazionale turca o di alcuni dei suoi giocatori per aver mostrato il loro sostegno all'esercito di invasione turco utilizzando il saluto militare, negli incontri disputati contro l'Albania e la Francia.

Ma oltre a quello sopra descritto, vi è anche il problema razzismo. Un problema che si è ripresentato negli ultimi tempi in Europa a causa dell'affermarsi di movimenti e partiti di estrema destra, praticamente neofascisti, che si mascherano sotto la dicitura sovranismo.

Nell'incontro che si è disputato a Sofia tra la nazionale della Bulgaria e quella dell'Inghilterra, vinta da quest'ultima per 6-0, nel primo tempo l'arbitro è stato costretto a fermare il gioco per ben due volte a causa degli insulti razzisti rivolti dai tifosi locali ai giocatori di colore inglesi, accompagnati da versi riferibili alle scimmie e da saluti nazisti.

Prima i bulgari hanno cercato di minimizzare l'accaduto. Però, dopo che l'indignazione a livello internazionale ha iniziato a crescere, allora sono arrivate le prime conseguenze, con il responsabile del calcio bulgaro, Borislav Mikhailov, che si è dimesso, mentre l'allenatore della nazionale, Krasimir Balakov, che a fine partita aveva dichiarato di non essersi accorto di quanto accaduto, ha poi rilasciato una dichiarazione su Facebook scusandosi con "i calciatori inglesi e tutti coloro che si sono sentiti offesi" per quanto accaduto.

Oggi sono arrivati anche i primi provvedimenti nei confronti degli spettatori che si sono resi responsabili dei cori razzisti. Così, dei 15 che la polizia bulgara ha identificato, 6 sono stati arrestati, mentre gli altri sono stati indagati. Tre i ricercati.

Il presidente dell'UEFA Aleksander Čeferin, oltre a rilasciare una dichiarazione sull'episodio, volta a sottolineare l'impegno dell'organo di governo del calcio europeo nella lotta al razzismo, ha poi ricordato le linee guida nel caso di episodi analoghi durante una partita cui gli arbitri si devono attenere, stabiliti in una riunione in Lituania del Comitato Esecutivo già nel 2009.