Questi i messaggi chiave della ricerca dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che ha coinvolto 95 grandi imprese e 302 PMI italiane in ambito Industrial IoT, presentata questo mercoledì durante il convegno "Guardare oltre la ripresa: strategie e investimenti per l'Internet of Things":

  • Nel 2021 il mercato dell'Internet of Things supera i 7 miliardi di euro, +22%.
  • In italia 110 milioni di oggetti connessi, 1,8 per abitante.
  • Cresce soprattutto l'offerta di servizi: 3 miliardi di euro, +25%.
  • 37 milioni di connessioni cellulari (+9%) e 74 milioni quelle abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+25%). 2 milioni di connessioni tramite reti LPWA (+100%).
  • Nel PNRR 30 miliardi di euro destinati a progetti abilitati dall'Internet of Things.

Sono 110 milioni gli oggetti connessi e attivi in Italia, poco più di 1,8 per persona. E si registra una forte crescita del mercato dell'Internet delle Cose (IoT), che segna +22% rispetto al 2020 e raggiunge 7,3 miliardi di euro al di sopra dei livelli pre-Covid (nel 2019 valeva 6,2 miliardi).

"Il mercato dell'Internet of Things si trova in una fase di grande sviluppo – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell'Osservatorio IoT -. Sia dal punto di vista della crescita economica che della consapevolezza dei vari attori. Aziende, Pubbliche Amministrazioni e consumatori sono sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivandone servizi e funzionalità avanzate. Si assiste poi al lancio di nuove strategie e modelli di business basati sulla servitizzazione e a un generale incremento delle aspettative per il futuro"."Nei prossimi anni siamo chiamati ad una sfida che determinerà il futuro delle prossime generazioni – afferma Angela Tumino, Direttore dell'Osservatorio Internet of Things –. La transizione ecologica potrà essere supportata da processi più efficienti, strumenti smart che permettano di ridurre i consumi di energia e di prevedere quando un macchinario ha bisogno di manutenzione, prima che questo si guasti. Su tutti questi fronti l'Internet of Things può svolgere un ruolo importante e la riprova di questo sta nei quasi 30 miliardi di euro contenuti nel PNRR che riguarderanno progetti basati su tecnologie IoT".

E grandi opportunità per l'Internet of Things si aprono ora con il PNRR. Molti degli investimenti previsti all'interno del Piano - dalla Smart Factory alla Smart City, passando per lo Smart Building e l'Assisted Living - riguardano ambiti in cui l'Internet of Things può giocare un ruolo chiave, per 30 miliardi di euro di risorse complessive.

In totale le risorse all'interno del PNRR che potranno interessare il settore dell'Internet of Things ammontano a 29,78 miliardi di euro. Di questi, 14 miliardi sono stanziati per ambiti che riguardano la Smart Factory, 4 miliardi per l'Assisted Living, in particolare per quanto riguarda la telemedicina. Il tema Smart City è toccato all'interno di varie Missioni, con 2,5 miliardi di euro in Rigenerazione Urbana (Missione 5), altri 2,5 miliardi per la Gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico (Missione 2). 900 milioni per una Rete idrica più digitale, con l'obiettivo di ridurre le perdite e ottimizzare i consumi. Anche l'ambito Smart Building è presente in maniera trasversale: i temi toccati sono l'efficienza energetica e la sostenibilità. E sempre all'interno di questo ambito rientra parte degli investimenti destinati alle Smart Grid: 3,6 miliardi per migliorare l'efficienza della rete e aumentarne la capacità, così da favorire, ad esempio, il passaggio a riscaldamento e raffrescamento con pompe di calore e, in generale, una migliore gestione della produzione distribuita di energia elettrica.

Se da un lato le grandi aziende hanno ben chiare le potenzialità di tali misure (il 70% ritiene che il PNRR porterà grandi opportunità per investire in tecnologie IoT), dall'altro le PMI non sanno fornire un parere in relazione a tale tematica (28% del campione), dimostrando ancora una certa distanza rispetto al tema. La dimensione aziendale determina anche il livello di conoscenza delle applicazioni di Industrial IoT. Se infatti il 96% delle grandi aziende che hanno partecipato all'indagine dichiara di conoscere le soluzioni IoT per l'Industria 4.0, solo il 46% delle PMI ne ha sentito parlare. Il 69% delle grandi aziende ha avviato almeno un progetto, mentre solo il 27% delle PMI ha fatto altrettanto. Rispetto al 2020 si registra una lieve riduzione del gap esistente tra grandi imprese e PMI in termini di conoscenza (-3%) e a un lieve aumento per quanto riguarda la diffusione dei progetti (+3%), segnali che evidenziano come le PMI non riescano ancora a dare una svolta decisiva verso l'innovazione in ottica 4.0.