Zaia – De Luca. Lo stop al terzo mandato possono deciderlo solo gli elettori
La competenza, il merito e l’onestà non possono e non devono avere alcun tipo di limite di mandato, soprattutto quando si tratta della gestione e dell’amministrazione della “cosa pubblica”. In una democrazia matura, il ruolo dei rappresentanti eletti è quello di rispondere ai bisogni della comunità, e la valutazione del loro operato deve essere lasciata nelle mani dei cittadini. Gli elettori, attraverso il loro voto, sono perfettamente capaci di decidere se confermare o sostituire un rappresentante, sia esso al comune, alla regione o al parlamento italiano. Limitare la possibilità di rielezione di un amministratore capace rischia di privare la collettività di una guida esperta e competente, quando questa è ancora necessaria e richiesta.
In vista delle prossime elezioni regionali, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha acceso il dibattito politico dichiarando la propria disponibilità a ricandidarsi per un terzo mandato, qualora la norma che limita i mandati venisse sbloccata. Una posizione che sta suscitando reazioni contrastanti, sia all’interno del suo partito, la Lega, sia nel panorama politico nazionale.
La questione dei limiti ai mandati rappresenta un nodo cruciale per molte forze politiche italiane. Zaia ha affrontato il tema con decisione, affermando:
La questione del terzo mandato è un’anomalia tutta nostra. Io non perdo i sonni, ma è inaccettabile dire che si blocchino dei mandati ad amministratori eletti direttamente dal popolo altrimenti si creano centri di potere. Ed è stucchevole che la lezione venga da bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamento. Se ci fosse lo sblocco dei mandati è ovvio che mi ricandiderei, darei risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo. Io non sto facendo alcuna battaglia sul terzo mandato, ma l’aspetto più importante è quello dei veneti. Non ci siamo mai trovati di fronte a una chiamata del popolo come questa. E nessuno risponde al popolo.
Un chiaro riferimento a quei politici che, nonostante abbiano occupato cariche pubbliche per decenni, criticano la possibilità di un suo terzo mandato regionale.
Le sue parole trovano eco in una recente tendenza politica: anche il Movimento 5 Stelle, noto per la sua iniziale rigidità sul vincolo dei due mandati, ha ammorbidito la propria posizione. Con l’abolizione del limite per alcuni ruoli, gli ex grillini hanno aperto la strada ad un dibattito più ampio sulla necessità di garantire continuità amministrativa quando questa è percepita come efficace dai cittadini.
Luca Zaia è governatore del Veneto dal 2010, e il suo operato ha raccolto un consenso trasversale grazie a una gestione ritenuta efficiente, specialmente durante la pandemia di COVID-19. Per molti cittadini veneti, il “modello Zaia” rappresenta un esempio di buona amministrazione, basato su una forte vicinanza al territorio e su un’attenzione costante ai bisogni locali.
Zaia ha sottolineato che la sua priorità è rappresentare i cittadini veneti, al di là delle dinamiche interne alla Lega. “Prima di tutto vengono i cittadini veneti”, ha dichiarato, evidenziando la necessità di rispondere alle esigenze della comunità e di garantire stabilità amministrativa in un periodo complesso per l’economia e la società.
Anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha recentemente espresso posizioni simili riguardo alla possibilità di un terzo mandato. De Luca, al pari di Zaia, ha sottolineato l’importanza della continuità amministrativa per affrontare le sfide regionali, in particolare nel contesto di una ripresa economica post-pandemica e della gestione dei fondi europei del PNRR. De Luca ha dichiarato che i vincoli normativi sui mandati non devono ostacolare chi ha dimostrato capacità amministrative e ottenuto il consenso dei cittadini.
Il governatore campano, spesso noto per il suo stile diretto e per il suo pragmatismo politico, ha rafforzato l’idea che la valutazione del mandato debba essere lasciata principalmente agli elettori, piuttosto che a vincoli rigidi che potrebbero penalizzare territori complessi come la Campania.
Le parole di Zaia e De Luca hanno suscitato reazioni articolate. Da un lato, c’è chi li sostiene, ritenendo che un terzo mandato possa consolidare i risultati ottenuti negli ultimi anni. Dall’altro, le critiche non mancano, con alcuni esponenti politici che vedono nelle loro posizioni un rischio per il principio dell’alternanza democratica.
In ambito nazionale, questa presa di posizione potrebbe rappresentare un test cruciale anche per la leadership di Matteo Salvini, già alle prese con sfide interne alla Lega. Zaia, infatti, è spesso visto come un leader autonomo e con una linea politica talvolta divergente rispetto a quella del segretario federale.
La questione dei limiti ai mandati si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul rapporto tra politica e cittadinanza. Se da un lato il ricambio delle cariche è fondamentale per evitare personalismi e garantire trasparenza, dall’altro non si può ignorare il valore della continuità amministrativa, soprattutto quando un governatore è percepito come un punto di riferimento solido e competente.
Concludendo, il dibattito sulla possibile ricandidatura di Luca Zaia e Vincenzo De Luca apre una finestra su temi fondamentali per la politica italiana: il rapporto tra regole e pragmatismo, il ruolo del consenso popolare e l’equilibrio tra innovazione e continuità. La parola, ora, spetta agli elettori e, possibilmente, al legislatore.