Si era pensato che la guerra in Ucraina avrebbe costretto le banche centrali a cambiare la propria rotta, dilatando o rinviando la normalizzazione delle politiche monetarie.

Invece FED e BCE (e le altre) andranno avanti per la loro strada. In sostanza, alzeranno i tassi di interesse (sia pure con tempi diversi) ed elimineranno i programmi di stimolo economico.

Gli Stati Uniti hanno un’economia che ormai è vicina al pieno impiego ed è esposta al rischio di una spirale inflazionistica. L'Europea, a causa della guerra in Ucraina, si trova invece a dover affrontare il rischio stagflazione.

Anche se le due situazioni dovrebbero suggerire approcci diversi, la BCE nel meeting dello scorso 10 marzo ha preannunciato che andrà avanti secondo il suo programma, che prevede una strategia di uscita dalle politiche accomodanti finora messe in atto.