Il 17 ottobre, giornata della povertà, è stato pubblicato il Rapporto 2016 di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale. Il titolo assegnato al rapporto, Vasi comunicanti, è per indicare che le problematiche relative alla povertà nel nostro paese hanno delle interconnessioni anche con quanto accade nelle sue immediate vicinanze.

In base a quanto rilevato da Istat, in Italia vivono in uno stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie, per un totale di quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi e riguarda la forma più grave di indigenza, che non permette di accedere a beni e servizi ritenuti indispensabili per una vita dignitosa.

Oltre a situazioni che possono essere considerate già acquisite, cioè che la povertà sia un problema più diffuso al sud, riguardi stranieri, famiglie con due o più minori a carico, nuclei familiari in cui il capofamiglia è in cerca di occupazione, c'è un dato nuovo da sottolineare. La povertà oggi in Italia aumenta tra giovani e giovanissimi penalizzati a causa della persistente crisi occupazionale, soprattutto se costoro sono in cerca di prima occupazione.

Nel corso del 2015, le persone che si sono rivolte ai centri della Caritas, in Italia, sono state 190.465. Come nel passato, la maggior parte è costituita da stranieri (57,2%) anche se nel sud la percentuale di italiani è risultata pari al 66,6%.

Quali sono i motivi principali per cui ci si rivolge alla Caritas? Povertà economica, disagio occupazionale, problemi abitativi, problemi familiari. La distribuzione delle problematiche, nel 38,6% dei casi, è relativa ad una sola motivazione. Nel 29,9% le motivazioni diventano due, nel 31,5% sono invece molteplici. "La sfida più difficile in termini di presa in carico e di sostegno riguarda proprio queste ultime situazioni dove risulta più grave la condizione di deprivazione ed esclusione sociale."

In termini concreti, la Caritas ha cercato di intervenire a supporto delle problematiche che si è vista costretta ad affrontare mettendo a disposizione il supporto della propria rete diffusa tra le varie parrocchie italiane. Inoltre, sono stati avviati progetti con i fondi derivanti dall' 8xMille per un valore di quasi 25 milioni di euro.

Ma, oltre ai dati, Caritas propone anche un piano che possa essere di aiuto nella lotta contro la povertà.

"Tale Piano, come proposto da tempo dall’Alleanza contro la povertà, di cui Caritas Italiana fa parte, dovrebbe prevedere, in una prospettiva di medio lungo-periodo, un graduale e progressivo incremento degli stanziamenti in modo da raggiungere tutte le persone in povertà assoluta e – considerate le profonde differenze territoriali nel funzionamento dei servizi alla persona – rafforzare adeguatamente i sistemi di welfare locale.

Questa prospettiva di “gradualismo in un orizzonte definito” si può realizzare se il legislatore mette a fuoco da subito (nella legge di bilancio 2017): il punto di arrivo del percorso, le tappe intermedie, l’allargamento progressivo di anno in anno della platea dei beneficiari, l’incremento progressivo delle risorse stanziate annualmente (cfr. Caritas Italiana, Non fermiamo la riforma. Rapporto 2016 sulle politiche contro la povertà in Italia)."

Da parte delle istituzioni devono essere attivate politiche concrete di incentivazione all'occupazione, soprattutto quella giovanile, la "promozione e l'incentivazione di percorsi di studio e formazione per i giovani" e politiche fattive di supporto e integrazione in relazione al problema migranti che devono riguardare, in questo caso, non solo l'Italia, ma devono coivolgere tutti i paesi europei.