Cronaca

Molti giovani medici, e non solo loro, lasciano l'Italia per Paesi con più possibilità di carriera e una migliore retribuzione

La cosiddetta "fuga dei cervelli" riguarda anche i medici italiani, soprattutto i giovani che dopo l’università e la specializzazione, trovano difficoltà a trovare un lavoro che metta in risalto e utilizzi le specifiche competenze acquisite.

Tra l’altro i giovani colleghi in Italia sono sottopagati, come lo sono anche i colleghi più anziani.

Inutile aumentare i posti di specializzazione se non abbiamo la capacità e forza di sistemare adeguatamente le giovani leve e metterle nelle condizioni ottimali di guadagnare e di utilizzare strutture e apparecchiature tali da consentire anche progressi nella ricerca.

Annoso problema quello dei giovani medici, su cui i riflettori si sono accesi perché durante la pandemia qualcuno si è accorto che in Italia non abbiamo tutti i medici che servirebbero.

In base ai dati Ocse, negli ultimi 8 anni, sono oltre 9mila  i medici formatisi nel nostro Paese che sono poi andati a lavorare all'estero: Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia e non solo.

Inoltre, la concentrazione delle cure sotrattutto nei grandi ospedali e il conseguente impoverimento del sistema di assistenza sul territorio, in base alla tendenza degl ultimi anni, ha lasciato la popolazione italiana "senza protezioni adeguate" di fronte all'emergenza Covid.

È quanto ha dichiarato la Corte dei Conti in un approfondimento sulla sanità contenuto nell'ultimo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica.

Autore Vincenzo Petrosino
Categoria Cronaca
ha ricevuto 348 voti
Commenta Inserisci Notizia