Esteri

Anche in Brasile scontri e violenze per chiedere le dimissioni del presidente Temer

Non è solo il Venezuela a vivere un momento difficile in Sud America. Le istituziozi brasiliane, e questa volta non possono neppure essere indicate come di sinistra, sono al centro di una nuova ondata di violenze dopo quelle seguite alle proteste sia contro che pro Dilma Rousseff.

Nell'occhio del ciclone, questa volta, è il presidente Michel Temer che la scorsa notte ha fatto intervenire l'esercito per prendere il controllo delle strade di Brasilia dove migliaia di persone stavano manifestando proprio contro di lui, per chiederne le dimissioni a seguito del suo coinvolgimento in un'inchiesta per corruzione.

La polizia ha utilizzato lacrimogeni, granate stordenti e proiettili di gomma per bloccare le decine di migliaia di manifestanti che chiedevano le dimissioni di Temer e, già che c'erano, anche la fine del suo programma di austerity.

Nonostante l'intervento delle forze dell'ordine i manifestanti, molti con il volto coperto, hanno cercato di incendiare il ministero dell'Agricoltura, oltre ad imbrattare altri edifici governativi della capitale con scritte inneggianti contro Temer.

Gli scontri, che finora hanno causato una cinquantina di feriti, non hanno avuto effetto su Michel Temer che respinge qualsiasi addebito per le accuse di corruzione, affermando di non volersi dimettere e di proseguire nel suo mandato.

Nel frattempo i membri della coalizione di centro destra cercano di trovare un sostituo a Temer che, oltre ai problemi giudiziari, sta cercando di far approvare una liberalizazione del mercato del lavoro ed un aumento dell'età pensionabile che non sembrano però trovare consensi unanimi neppure tra i propri alleati. Ed oltre a questo ci sono da aggiungere le conseguenze della recessione che sta attraversando il paese.

Henrique Meirelles, ministro delle Finanze, e Fernando Henrique Cardoso, che presidente lo è già stato, sono i candadiati più spendibili per sostituire Temer... e non solo per una questione di capacità, quanto anche per un problema contingente, visto che molti politici "di peso" che avrebbero potuto sostituire l'attuale presidente sono anche loro indagati nella stessa inchiesta.

Le accuse di corruzione contro Temer e altri 1900 politici brasiliani si basano sulle dichiarazioni di dirigenti della JBS SA - tra cui il maggior azionista Joesley Batista - uno dei più grandi distributori di carne a livello mondiale che, dopo aver concordato un patteggiamento, hanno rivelato i nomi dei politici a cui hanno versato tangenti negli ultimi anni.

La naturale scadenza del mandato per il governo in carica è prevista per il 2018. La borsa brasiliana ha perso circa il 10 per cento del suo valore dal momento in cui, la scorsa settimana è stata formalizzata l'accusa di corruzione per Temer.

Autore Marco Cantone
Categoria Esteri
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