Se in Italia chiamiamo elevato chi va su un palcoscenico e va in giro con un casco da astronauta, non meravigliamoci poi di chi vada in giro con uno scolapasta in testa.

Mi chiedo pertanto dove sia andata a finire l’Italia dei Dante, dei Leonardo da Vinci, dei Cavour, dei Garibaldi...

Ma l’idea che di noi hanno gli altri paesi è davvero quella di una nazione seria e importante oppure pensano che siamo solo una terra da colonizzare?

I social che riteniamo siano un fattore di progresso credo che siano diventati solo  delle "isole di comunicazioni di massa pericolose e fuorvianti".

Non meravigliamoci più delle fake news se permettiamo continuamente ad "elevati" con lo scolapasta in testa di raccontarci che il mondo deve essere visto in un modo o nell’altro. Il mondo visto con uno "scolapasta in testa" potrebbe essere anche un mondo distorto e chiuso tra 4 mura.

Lasciamo per un attimo la politica e tutto quello che è accaduto in questi anni, non guardiamo al disastro del Movimento 5 stelle e alle masse che hanno riversato voti in quella direzione.

Pensiamo che oggi il primo che con un po’ di fortuna riesca a divenire "influencer"  con uno scolapasta in testa riesce a modificare migliaia se non milioni di comportamenti.

Oggi la gente segue il grande fratello, uomini e donne, l'isola dei famosi.... nulla da eccepire, ma evitiamo che qualcuno di quelli che vi partecipano - con o senza scolapasta in testa - si permettano di darci  lezioni di vita e peggio ancora ai nostri figli  o alla Nazione intera! 

Ai miei tempi i signori con la scolapasta intesta, coloro che si vedevano in "atteggiamenti napoleonici" risiedevano nei manicomi... adesso giustamente. Ma forse abbiamo commesso qualche errore.

Se un signore  oggi con un casco da astronauta crede di fare anche il discorso del 31 dicembre in contrapposizione al presidente della Repubblica, e una simile figura può influenzare una massa di gente, allora bisogna correre ai ripari.

Forse sarebbe opportuno modificare i social ed evitare che possano influenzare le masse in modo sbagliato. Evitare che masse di giornali e giornalisti invece di documentare cose serie perdano il loro tempo a rincorrer gente con la scolapasta in testa. 

Che il Movimento 5 Stelle sia alla frutta, una nave che sta affondando, è sotto gli occhi di tutti .

In un momento di pandemia non ci serviva l’elevato ma uno che magari anche banalmente al livello del mare avesse qualche competenza scientifica e culturale un po' sopra alla media.

Il disastro è sotto gli occhi di tutti , ora a mio giudizio abbiamo gente con la scolapasta in testa  alla quale l’Italia si sta affidando cercando di non chiudersi lei stessa in una penisola manicomiale unica.

Come dare torto alle varie satire e come dare torto a quanto scritto da alcuni paragonando Beppe Grillo al geometra Luciano Calboni, avversario e collega di Fantozzi, il classico spaccone che ostenta conoscenze importanti (spesso inventate), superiorità nei confronti dei colleghi e ruffianeria verso i potenti.

"Calboni sparava balle così mostruose che a quota 1.600 Fantozzi fu colto da allucinazioni competitive",

recita la voce narrante del primo film della saga sullo sfigatissimo ragioniere, nato dal genio di Paolo Villaggio. E inoltre...

"…Con buona pace degli apritori di scatolette, il Movimento aspira a entrare nella socialdemocrazia europea cambiando anche il bacino elettorale di riferimento, in una sorta di riposizionamento di mercato: una volta erano i nerd del “Vaffa-day” che si sentivano esclusi dai salotti buoni verso cui provavano invidia mentre oggi sono i ceti medi “liberali e moderati”. Una volta la massa critica era un enorme calderone entro cui confluivano i “contatori di niente”, quelli delle conchette lunari e della decrescita felice. Adesso quelli come “Giggino” Di Maio e Danilo Toninelli sono entrati nella stanza dei bottoni e hanno gradito non poco. La Kasta è diventata quella roba che non è poi così male e con la quale si può addivenire a un compromesso, che preveda reciproche concessioni. Il tutto a danno del povero Nicola Zingaretti, il quale aveva pensato l’alleanza giallorossa per fare un po’ ciò che aveva fatto Matteo Salvini, cioè ridicolizzare e svuotare di voti i parvenu pentastellati. Deve essersi sentito proprio un incapace il fratello di Montalbano, dopo aver scoperto che i grillini gli avevano scippato nell’ordine: il bacino elettorale di riferimento, il leader su cui aveva tanto investito anche contro gli interessi di bottega, i posti nei ministeri, il partito europeo di riferimento, la leadership nella coalizione e una buona quantità di voti. Proprio quel Nicola Zingaretti, nato nella vecchia scuola del Partito Comunista, buggerato come uno scolaretto da quei “bravi ragazzi” grillini divenuti marpioni incalliti i quali, sondaggi alla mano, adesso possono trattarlo come i Democratici di Sinistra trattavano i cosiddetti cespugli dell’Ulivo. Una fine ingloriosa e un disastro inverecondo, a cui Nicola Zingaretti non deve aver retto dopo aver scommesso sul cappotto ai grillini, dopo aver gonfiato il petto con Matteo Salvini per impedire alla Lega di entrare nella “maggioranza Draghi” e dopo aver invece perso su tutti i fronti. Alla fine si è dimesso, perché – come “er cane di Mustafà” – si era illuso di essere furbo e non si era accorto della fregatura, che arrivava proprio alle sue spalle.  (www.opinione.it/politica/2021/03/05/vito-massimano_zingaretti-dimissioni-pd-grillo-m5s-conte-di-maio-berlusconi-salvini-draghi)".

La realtà è una sola.. a Roma le poltrone sono comode e lasciale fa male a tutti! Il Movimento cinque stelle una delle più grosse delusioni dell'ultimo secolo per troppa gente.

Come dare torto a Crozza? 


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