"La priorità deve restare la tutela del bene comune, del benessere degli italiani messo in forse dalla pandemia. Non è l’ora di vendette e di rancori, di personalismi. Non si può essere leader politici senza riuscire a guardare il Paese che soffre, tremendamente, senza ricordarsi della strage quotidiana dei nostri affetti. Ricordiamoci che chi sta facendo la storia oggi non sono i politici, ma i medici, gli infermieri e i volontari col loro impegno straordinario contro la pandemia". 

È la crisi sanitaria a preoccupare Graziano Delrio. Affrontarla con un governo raccogliticcio non sarebbe possibile: "Ci vuole una strutturazione dignitosa e seria, non ci si può appoggiare su cambi di campo dell’ultim’ora",

ha dichiarato il presidente del gruppo Pd alla Camera dei Deputati in una intervista ad Avvenire.

Come è possibile leggere nelle dichiarazioni riportate nell'articolo, Delrio non esclude alcuna possibilità su come la crisi politica innescata da Italia Viva potrà evolvere.

Si parte da una ricomposizione con Italia Viva, anche se non è ben spiegata in che termini, visto che, citando Bonhoeffer, dice che la grazia non è a buon mercato: "la grazia viene anche conquistata con la sequela".

Si indica la necessità di ricostruire un clima di fiducia. Non si esclude l'ipotesi che alcuni renziani al Senato possano abbandonare il gruppo... si fa affidamento al senso di responsabilità dei parlamentari.

L'unica ipotesi a cui Delrio non sembrerebbe aprire è quella di un goerno di unità nazionale con Salvini e Meloni... ma non perché - dice lui - costituiscano un pericolo democratico [nonostante il sovranismo sbandierato che a loro dire si ispira a Trump, Putin, Orban... ndr], quanto perché non sarebbe possibile governare insieme £con  chi non crede nell’Ue come noi, con chi quando era al governo a parole attaccava ogni giorno Bruxelles, la Germania e la Francia".

In ogni caso, se Conte cade, la parola passerà a Mattarella e al Parlamento... ma questa è la prassi.