La personale dell’artista coreana Geumhyung Jeong, organizzata nelle sale della Palazzina dei Giardini, in Modena e a cura della Fondazione Modena Arti Visive, è stata chiusa a causa dell’emergenza Covid19. Un trailer ideato dall'artista coreana racconta ai futuri visitatori la realizzazione delle sorprendenti sculture meccaniche esposte in mostra.
Jeong si è distinta a livello internazionale nell’ambito delle arti performative per le sue coreografie divertenti e inquientanti nelle quali si esibisce con apparecchi elettronici con sembianze umanoidi. Mettendo insieme diversi mezzi espressivi – danza, teatro, film e scultura – l’artista crea le sue opere con una varietà di dispositivi protesici, strumenti hardware meccanici e tecnologici, cosmetici, manichini medici, eseguendo poi performance dal vivo che “dimostrano” come tali oggetti possano essere utilizzati.
Nata nel 1980 a Seoul, dove vive e lavora, Jeong ha studiato recitazione alla Hoseo University di Asan (Corea del Sud), danza e performance alla Korean National University of Arts e cinema di animazione alla Korean Academy of Film Arts (entrambe a Seoul). Fin dall’inizio della sua carriera, ha mostrato particolare interesse nel suo lavoro per lo studio del rapporto tra il corpo umano e gli oggetti quotidiani inanimati. Nel corso dell’interazione fisica tra il suo corpo e gli oggetti, sembra sempre più ambiguo chi controlla chi.
Ciò che invece diventa evidente è la ricerca compiuta dall’artista sul legame, al quale sembra ormai impossibile sottrarsi, tra il nostro corpo e la tecno-sfera contemporanea.
Mettendo in discussione l‘erronea convinzione secondo cui saremmo in grado di controllare la realtà, le opere di Jeong analizzano il modo in cui si manifestano le inafferrabili e mutevoli sfumature dello sviluppo tecnologico, che plasmano la nostra percezione, condizionano le scelte umane facendo fare un’esperienza del tempo e dello spazio del tutto estranea alla natura sic et simpliciter.