Politica

Il caso Margherito (3ª parte)


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Questo è uno “spaccato” della nostra anima nazionale, che ci piaccia o no, che condividiamo o no.


IL TROMBONCINO

Faccio presente che tutte le guardie anziane del Reparto, vale a dire quelle che avevano svolto servizio O.P. a Milano nella primavera 1975 per i fatti di via Mancini, erano dotate di fionde e biglie. Detti oggetti erano stati acquistati a Milano da una guardia per conto del Comando e con il denaro fornito dal Comando (...) La guardia in questione aveva fatto incetta di biglie nei grandi magazzini di Milano. Gli oggetti in questione erano stati dati per il servizio in via Mancini e poi erano rimasti in dotazione ai militari. Ritengo di avere, nel modo già indicato, prospettato alla S.V. che quella di acquistare fionde non è stata "una mia iniziativa personale". Io ero rimproverato dai colleghi di avere scarsa iniziativa nei servizi di ordine pubblico. Il cap. Montalto portava costantemente nella jeep sacchi (tascapani) di pietre (...) Lo stesso portava in servizio, oltre la pistola di ordinanza, una "257 Magnum" (pistola). Detta arma l'ufficiale teneva costantemente sulla campagnola, tanto che a Milano, nel periodo di via Mancini, la guardia Massa, ora in servizio all'antiterrorismo di Padova, preciso si tratta del Nucleo Antiterrorismo di Padova, accidentalmente fece partire un colpo trapassando verso il basso la campagnola. Lo stesso cap. Montalto ha estratto la pistola fuori ordinanza in due occasioni: a Padova in Piazza Insurrezione in occasione del servizio per il comizio di Almirante nel giugno scorso. Il fatto può essere confermato dal personale civile e militare in servizio quel giorno. Nella stessa occasione puntò la pistola fuori ordinanza contro un gruppo di dimostranti nello stesso servizio a Padova allontanò un gruppo di dimostranti con il lancio di bottiglie Molotov. A proposito di queste ultime armi disse di averle sequestrate a dei dimostranti in quella stessa occasione. Il cap. Montalto inoltre ha ancora estratto l'arma a Firenze in occasione di altro servizio per un comizio di Almirante puntandola contro una persona e dicendo: "Rosso provaci e ti pianto una pallottola in faccia". Anche questo fatto può essere confermato dagli uomini di servizio a Firenze. A Milano in viale Lombardia, allo scopo di fronteggiare dimostranti, il cap. Sciuto diede disposizioni alle guardie Talò, Verità, mi pare anche Sanges, che avevano in dotazione i tromboncini per i lacrimogeni, di togliere la calotta di plastica, applicata per evitarne l'efficacia penetrante, ai lacrimogeni.

Nelle cariche effettuate a Rovereto dal cap. De Palma, fu data disposizione alle guardie in possesso di tromboncino, di effettuare la carica usando lo stesso tromboncino a mò di clava (...)

Durante esercitazioni O.P. in caserma, per rendere più aggressive le guardie o spaventarle, venivano per gli stessi esasperati taluni aspetti pericolosi del servizio. Così ad esempio vengono fatte deflagrare bombe Molotov contenenti additivi e vengono fatti esplodere petardi di notevole effetto. (...)

Durante le esercitazioni a "S. Felicita" in Bassano Grappa si insegnava a tirare il tromboncino solo a tiro teso. Inoltre sino alla primavera di quest'anno erano state istituite delle squadre speciali in caserma, addestrate da maresciallo Lubertino e guardia Scognamiglio del centro sportivo di Nettuno, rispettivamente cintura nera di Judò e cintura marrone pure di Judò. Il Lubertino è ancora in Padova. Detti militari sono stati appositamente chiamati dal Comando della Celere di Padova per addestramenti. Dovevano essere scelte circa una trentina di guardie che avrebbero dovuto agire in borghese per provocare i dimostranti.

Ho riferito quanto sopra per mettere in evidenza come fosse inaccettabile per la mia coscienza di democratico mettere in atto queste forme di lotta (...).

Come veniva insegnato in caserma era sufficiente che il dimostrante avesse in mano una di queste bottiglie Molotov perché la legge ci consentisse di sparare...


LA SBRONZA

Margherito: "Alla marcia antimilitarista, la guardia Gauri, fu ubriacata e armata di un oggetto contundente, fu mandata in mezzo ai manifestanti radicali e, a suon di manganellate, ne mise fuori combattimento quattro, cinque... Era un tipo piuttosto robusto. Alla fine, il Gauri fu caricato su una campagnola e la sera stessa fu fatta sparire sia la campagnola che la guardia. Poi, altri episodi...".

Presidente: "Senta, noi siamo partiti dalle fionde!".

Margherito: "Ecco, allora, premette..."

L’avv. Difensore Mellini interviene.

Presidente: "Per favore, avvocato, quando lei parlerà, vedrà che io la lascerò parlare!"

Margherito: "Scusi, per favore..."

Presidente: "Abbiamo capito, abbiamo capito!"

Margherito: "No guardi. Ci sono cose più gravi ancora. Scusi..."

Presidente: "Per favore!"


ANCORA FIONDE

Mangano: "Lo escludo nella maniera più categorica. Escludo anche che in qualsiasi momento, che nei 16 anni di permanenza in questo 2 Celere, io abbia mai visto o sentito parlare di fionde. Questo sono soltanto frutto di "fantasie bibliche" e basta!".

Guardia Pasquale De Marco: "Io le ho viste una volta sola le fionde. Le ho viste in servizio a Milano in occasione delle elezioni amministrative del '75. Ed eravamo vicino ad una piazza vicino al Duomo e parlava l'on. Almirante e Franco Franchi... noi eravamo di servizio sul posto e venivano distribuite queste fionde. E siccome vi erano dei lavori nei paraggi venivano fatti riempire da alcuni uomini del reparto zainetti di pietre piccole". (...)

Presidente: "Chi distribuiva? A chi erano distribuite?"

Pasquale De Marco: "Agli uomini qua e là"

Presidente: "Lei ha visto?"

Pasquale De Marco: "Il capitano Montalto e Musolino". (...)

Presidente: "Lei è in servizio permanente nella polizia? Sta facendo un servizio a termine oppure... Ha aspirazioni di carriera nell'ambito della polizia?"

Guardia De Marco: "Sono venuto nella polizia con l'aspirazione di restare".

Presidente: "E in questo momento questo suo proposito è tuttora fermo oppure ha altre aspirazioni?".

Guardia De Marco: “È fermo".


L'ANIMA DEL MANGANELLO

Guardia Lojacono: "Per quanto riguarda i manganelli posso dire che la maggior parte dei colleghi anziani del reparto aveva lo sfollagente che teneva un tondino di ferro dentro, perché i nostri manganelli sono di plastica e sopra sono chiusi da un tappo e si mettevano i tondi, oppure sabbia. (...) Ho visto mettere la sbarra di ferro nel manganello da un ufficiale".

Giudice: "Chi?" Il capitano Taviani?".

Lojacono: “Signornò”


Interrogatorio in tribunale di Bruno Sutteri.

Presidente: "E' vero oppure no che lei in una certa occasione ha riferito al capitano Margherito che una guardia, per disposizione e con i soldi del Comando ha acquistato a Milano delle fionde e delle biglie?".

Sutteri: "Signornò".

Presidente: "Lei ha fatto questa affermazione?".

Sutteri: "Signornò".

Presidente: "Lei ha visto, nell'ambito del reparto, delle fionde, le ha viste usare in servizio?".

Sutteri: "Signornò".

Presidente: "Risulta agli atti che lei era ed è in possesso di una fionda".

Sutteri: "Signorsì".

(Risata del pubblico)

Presidente: "Come mai era in possesso da ragazzo di una fionda ecc. e poi ha continuato a portarsela dietro? Che cosa rappresentava per lei questa fionda?".

Sutteri: "Guardi, diciamo per i nipotini... si va tutti in campagna con i nipotini... tutti quanti... a giocare, insomma!".


UNA FIONDA, UNA VITA

Suttieri: “È vero che da anni possiedo una fionda. L'ho acquistata da ragazzo e l'ho usata, come tutti i ragazzi per il tiro a bersaglio e cose del genere. Questa mia passione è nota anche a personale della questura di Gorizia, in quanto da ragazzo qualche volta ho rotto lampioni, in ispecie sotto l'abitazione dell'allora appuntato Bisti, ora brigadiere della P.S. La questura qualche volta, per le suindicate monellerie e vandalismi, m'ha convocato, anzi ha convocato tutta la compagnia della quale facevo parte (per arruolarlo...). Ho conservato in tutti questi anni la fionda, anche dopo il mio ingresso in P.S. Ero solito tenerla nella mia autovettura privata per evitare che il comando nel caso venisse a conoscenza della cosa, mi rimproverasse, anzi, per meglio dire, mi facesse un "cazziatone".


Fine

Autore Lucia Pomponi
Categoria Politica
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