Politica

Il decreto Sicurezza passa al Senato ma i 5 Stelle ribadiscono che non rinunceranno allo stop alla prescrizione nel ddl anticorruzione

"In relazione al ddl n. 840, di conversione del decreto-legge n. 113, in materia di protezione internazionale e immigrazione e sicurezza pubblica, nella seduta di mercoledì 7 novembre, l'Aula ha approvato, con 163 voti favorevoli, 59 contrari e 19 astensioni, l'emendamento interamente sostitutivo del ddl, sulla cui approvazione il Governo aveva posto la questione di fiducia nella seduta del 6 novembre."

Il decreto Sicurezza o decreto Salvini ha così ottenuto la fiducia al Senato e passerà alla Camera per l'approvazione definitiva. I 4 voti in meno ottenuti dalla maggioranza rispetto ai 167 dei due gruppi potrebbero, in futuro, diventare un problema politico all'interno del Movimento 5 Stelle. Ma per adesso la questione non sembra esser stata sollevata.

Quindi, tutto risolto tra gli "amici" del cambiamento? Mica tanto.

Questa mattina, il vicepremier Di Maio era a colazione dal ministro Alfonso Bonafede per fare il punto sulle misure anti corruzione che presto saranno discusse in Parlamento: carcere per i corrotti, daspo ai corrotti, blocco prescrizione dopo il primo grado di giudizio dei processi penali.

Così è stato riassunto l'incontro: «Quest'ultima è una nostra battaglia fondamentale di giustizia. Non ci saranno più furbetti che la fanno franca perché possono permettersi di sostenere i costi di un processo che dura anni fino a che non scatta questa clausola che li salva prima della sentenza. Non ci saranno più stragi in parte impunite come quelle di Viareggio o come quelle dell'amianto. Non ci saranno più stupri senza colpevoli. Non ci saranno più corruttori che la fanno franca.
La prescrizione, così come è in Italia, è un freno alla giustizia ed è una delle cause dei processi infiniti. Come ricorda oggi Piercamillo Davigo: "Se i delitti non si prescrivono più, i processi durano meno". Tempi più rapidi e giustizia certa. Soprattutto per chi è vittima. Gli unici che sono contro questa norma di civiltà sono i potenti arroganti che hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo.»

Ma tra i potenti e gli arroganti che hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo, dobbiamo includere anche l'alleato Matteo Salvini? Di Maio non lo ha spiegato e il dubbio resta.

Il ministro dell'Interno, intervistato alla radio prima del voto, aveva dichiarato: «Sono felice. Mi ero impegnato ad approvare questo decreto che porta più sicurezza nelle nostre città, che mette un argine all'immigrazione fuori controllo e rispedisce a casa furbetti e delinquenti. Ci siamo. C'è un decreto sicurezza e immigrazione che sarà un passo in avanti. C'è una maggioranza forte, stabile, coesa di cui vado orgoglioso.»

Ma dove stia tutta questa coesione, anche in relazione alle successive parole di Luigi Di Maio è difficile comprenderlo. Infatti, a fine mattinata, il vicepremier grillino si è presentato nell'ennesima diretta Facebook per lanciare (sic!) l'hashtag #BastaImpuniti per affermare, nuovamente, che lo stop alla prescrizione nei processi si farà e diventerà effettivo all'interno del ddl anticorruzione.


Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
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