Secondo i dati forniti da Gas Infrastructure Europe (GIE), i Paesi europei stanno aderendo all'invito della Commissione europea di riempire i propri impianti di stoccaggio del gas fino all'80% a partire dal 1 ottobre e al 90% a partire dal 1 novembre.

In questo momento, il Portogallo e la Polonia hanno riempito i loro impianti di stoccaggio raggiungendo, rispettivamente, il 92,49% e il 94,61% della loro disponibilità. Le strutture UGS in Germania sono piene al 48,8%, in Francia al 52,04%, in Italia al 49,86%, nei Paesi Bassi al 39,86%, in Danimarca al 54,3%, ecc.

Contemporaneamente, in Europa si stanno riempiendo con il GNL, in base alla disponibilità dei vari Paesi, anche gli stoccaggi degli impianti di rigassificazione.

Quindi, dato che una parte ancora consistente di questo gas proviene dalla Russia, è facile intuire, nonostante lo stop progressivo al petrolio russo approvato dall'Ue nel sesto pacchetto di sanzioni (che ancora deve entrare in vigore e sembra che abbia un nuovo ostacolo rappresentato da Orban che stavolta si opporrebbe alle sanzioni contro il patriarca Cirillo), quanto i Paesi europei - nonostante tutto - stiano continuando a finanziare la guerra di Putin.

Una guerra che vede i russi impegnati nel cercare di conquistare il Donbass, dove le forze ucraine tentano di difendere quel che resta di Severdonetsk, rischiando però di rimanere accerchiate dai russi che, più a ovest, provano a sfondare a Sloviansk, per poi conquistare Kramatorsk. 

Mosca, inoltre, lancia missili da crociera su tutta l'Ucraina per colpire le linee di approvvigionamento di Kiev, come confermano le parole del governatore dell'oblast di Leopoli, Maksym Kozytskyi, che ha riferito che la Russia durante la scorsa notte, dal Mar Nero, ha colpito e gravemente danneggiato la rete ferroviaria di quella regione.

La Russia - secondo quanto ha dichiarato il presidente ucraino Zelensky al parlamento lussemburghese questo giovedì - adesso controlla circa il 20% del territorio dell'Ucraina, molto più di Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi messi insieme. Quasi 125.000 Kmq sono sotto il controllo di Mosca. Ciò include la Crimea e parti dell'Ucraina orientale. Quasi 12 milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dalle loro case dall'inizio dell'invasione, e oltre cinque milioni di loro - per lo più donne e bambini - sono andati all'estero.

Quindi, vista la situazione, Kiev ha bisogno di nuove armi che siano in grado di contrastare meglio l'avanzata russa. La piccola Slovacchia invierà in Ucraina otto obici Zuzana 2, che sparano proiettili da 155mm ma, rispetto agli obici occidentali, hanno un range d'azione più ampio, dai circa 6 Km fino agli oltre 40 Km.

Quasi il doppio è invece la portata dei lanciarazzi Himars che verranno forniti dagli stati Uniti nel nuovo pacchetto da 700 milioni di dollari in via di approvazione a Washington. Ma anche il Regno Unito invierà sistemi di lancio multiplo, gli M270, ha dichiarato ieri il segretario alla Difesa, Ben Wallace. Gli M270 possono colpire obiettivi fino a 80 chilometri di distanza.

Queste armi, quasi certamente, non potranno essere schierate prima di un mese. Pertanto, agli ucraini non rimane che stringere i denti e ai russi di provare a sfruttare il momentaneo vantaggio, fornito dalla conformazione del terreno del Donbass, dove prevalgono pianure sconfinate e dove l'artiglieria a medio e lungo raggio la fa da padrone.

I russi, adesso, potrebbero limitarsi ad "accontentarsi" del Donbass e della fascia costiera meridionale per proporre un cessate il fuoco e trattative di pace, prima che l'Ucraina inizi, con le nuove armi, quella che finirebbe per essere una naturale controffensiva per respingere l'esercito russo entro i propri confini. È probabile che la Russia lo proponga nei prossimi giorni, è molto difficile pensare che l'Ucraina accetti la proposta, a meno che non venga accompagnata da un ritiro delle forze di occupazione (cosa altrettanto improbabile).

Al momento attuale, questa guerra sembra che potrà finire solo con un vincitore e, in base al supporto fornito finora dagli Usa a Kiev, è evidente che l'Ucraina avrà tutto ciò che al momento sia ritenuto utile per respingere l'attacco di Putin. Secondo la Reuters, gli Stati Uniti avrebbero anche in programma di consegnare all'Ucraina quattro MQ-1C Grey Eagle di lunga durata, droni in grado di operare per 36 ore ad altitudini superiori a 7.600 metri, con un raggio operativo di 400 Km, che possono essere armati con un massimo di otto missili Hellfire.

Nell'ultimo bollettino della Difesa ucraina, queste le perdite russe dal 24 febbraio: 30.850 soldati, 1.363 carri armati, 3.354 veicoli blindati, 2.325 veicoli e serbatoi di carburante, 661 pezzi di artiglieria, 207 sistemi di lancio multiplo di razzi, 95 sistemi di difesa aerea, 175 elicotteri, 210 aeroplani, 521 droni e 13 imbarcazioni.