In due giorni ai sono registrati 14 morti in incidenti in alta montagna.
Qui non si tratta di stabilire se se la siano andata a cercare oppure no, ognuno è padrone di gettare la propria vita al vento, ma non dovrebbe essere padrone di farla rischiare ad altri per andare a tirarli fuori dai guai o, peggio, per andare a recuperare i loro cadaveri, ed anche della sua vita dovrebbe essere più responsabile, non solo nei riguardi suoi ma anche in quelli dei suoi congiunti o anche solo di parenti ed amici.
Appena dopo le polemiche suscitate dalla morte del piccolo Alfie Evans e sugli infiniti dibattiti sulla sacralità della vita, non pare che, a parte questo post, si siano levate voci sull'immoralità di andare a rischiare la pelle in modo assolutamente inutile, solo per  cercare una personale soddisfazione.
Le imprese degli scalatori famosi, sono sempre ammantate di un aura gloriosa che non si capisce bene a cosa sia dovuta, figuriamoci quelle degli alpinisti della domenica.
Aver "aperto una nuova via" sulla parete nord in inverno, magari senza respiratore, della montagna vattelapesca a cosa serve? Si sono aperte nuove vie di comunicazione per scambi commerciali? Si sono fatte scoperte utili all'umanità? Si sono facilitati gli scambi e i contatti tra culture diverse? Si sono trovati passaggi per costruire ferrovie o autostrade? No! E allora a che pro?
Ora per cortesia non mi si venga a parlare delle "sfide" che attraggono fatalmente gli esseri umani, Cristoforo Colombo rischiò la vita, eccome, ma aveva un po' po' di motivo, e grazie al rischio che si prese il mondo cambiò la sua fisionomia.
Dallo stesso rischio che si prendono i corridori automobilistici, vengono poi innovazioni tecniche che servono a salvare le tante vite di coloro che usano l'auto.

Paragoni del genere se ne possono fare a iosa, ma lo sci fuori pista o la scalata, ripeto, oltre che fornire soddisfazione al protagonista, a cosa sono utili?
La vita è un bene prezioso che a volte costa altre vite proprio per mantenerla, ma non pare che ci sia qualcuno di quelli (con o senza tonaca) pronti a fare i moralisti per le chiacchiere più stupide, che abbia il fegato di denunciare l'immoralità di queste inutili morti e soprattutto dei rischi che si fanno correre ai soccorritori.