Cronaca

Extinction Rebellion: le attiviste fermate dalla Questura di Brescia sono state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe

"Dopo oltre 7 ore di fermo in Questura, sono state rilasciate le 23 persone di Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima Generazione che erano state fermate dopo la manifestazione alla Leonardo spa di Brescia.Apprendiamo con dolore che molte delle persone socialmente identificate come donne sono state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato invece alle persone di sesso maschile.Tutte le persone sono state denunciate arbitrariamente per reati pretestuosi e altre espulse da Brescia con dei fogli di via obbligatori. Si, la solita misura di prevenzione del codice antimafia che viene illegittimamente notificata dai Questori di tutta Italia sotto ordine diretto del Ministero dell'Interno.Si conclude cosi una giornata piena di abusi in divisa che apre una nuova ferita nella gestione del pubblico dissenso in questo paese.Abusi che raccontano, ancora una volta, che contestare le politiche genocide ed ecocide della Leonardo - la principale azienda bellica partecipata dallo stato italiano - non è assolutamente consentito.Chiederemo giustizia, anche questa volta, affinché il diritto al dissenso venga difeso, onorato e protetto.Ripetiamolo insieme: sorella, non sei sola!"
Questo è quanto ha denunciato Extinction Rebellion, un movimento internazionale che usa le azioni dirette nonviolente e disobbedienza civile per sensibilizzare i governi a combattere il disastro climatico e ecologico. 

Questa mattina, Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima Generazione avevano bloccato l'ingresso della Leonardo s.p.a. a Brescia con  questa motivazione:

"Leonardo è la prima produttrice bellica europea e contribuisce alla morte di migliaia di persone negli attuali conflitti in corso e nel genocidio in Palestina. L'industria bellica produce morte sia con gli effetti diretti della devastazione delle bombe, sia con le ingenti emissioni provocate dalla loro produzione.Mentre il mondo continua a bruciare, ricordiamo oggi il legame tra crisi climatica e industria bellica, per uno stop agli armamenti, per la riconversione della produzione delle aziende militari come la Leonardo e la fine del sostegno italiano al genocidio in corso in Palestina.Esigiamo che lo Stato Italiano e la Leonardo rispettino la nostra costituzione, ripudiando la guerra e ridirottando i finanziamenti bellici nella lotta al collasso climatico e sociale".

Questa la replica della Questura di Brescia:

"La questura ha svolto le proprie attività di indagine e d'ufficio secondo le modalità consone del rispetto dei diritti e delle dignità delle persone. Non si risponde alle provocazioni emerse da un un video e da un comunicato diffuso alla stampa in cui si descrivono atteggiamenti che non appartengono alla Questura di Brescia e ai suoi operatori di polizia.Le modalità con cui si svolgono le perquisizioni sono quelle consone alle attività istituzionali di polizia, dunque questi uffici non sono tenuti a rispondere di alcunché. Il rispetto dei diritti delle persone è sempre stato mantenuto in qualunque momento. Tutto quanto è stato fatto è raccolto da precisi verbali redatti dagli uffici. La linea di questa questura è che sul tema, quindi, non si risponde".

Sull'accaduto il vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, ha depositato un'interrogazione chiedendo chiarimenti al ministro dell'Interno Piantedosi: 

"La manifestazione - fa sapere Grimaldi - si è svolta pacificamente, senza che venissero arrecati danni a persone e cose. Tuttavia, le 23 persone fermate sono state tutte denunciate per “radunata sediziosa”, “accensioni ed esplosioni pericolose”, “imbrattamento” e “concorso morale”. Alcune di loro sono state denunciate inoltre per “manifestazione non preavvisata”, a quanto pare dopo aver mediato con le forze dell'ordine per evitare tensioni, venendo perciò arbitrariamente definite “promotrici della manifestazione”.  Altri manifestanti  sono stati espulsi da Brescia con dei fogli di via obbligatori, una misura di prevenzione prevista dal Codice antimafia. Le 23 persone sono state condotte in Questura e trattenute in stato di fermo, in contrasto con quanto previsto dall'articolo 349 del Codice di procedura penale, dal momento che ognuna di loro ha fornito i propri documenti identificativi. In base al citato articolo, infatti, il trasferimento negli uffici di polizia può avvenire solo nel caso in cui non sia possibile identificare le persone sul posto. Il trasferimento in Questura è stato pertanto giustificato nel verbale con riferimento ai reati di resistenza a pubblico ufficiale; oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale, benché - secondo le testimonianze e i video girati dai manifestanti - fossero stati forniti tutti i documenti e nessuno avesse opposto resistenza. Ciò che più inquieta è che molte delle persone identificate come donne hanno testimoniato di essere state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato alle persone di sesso maschile".

Da notare che nel caso in cui il ddl Sicurezza venisse approvato, quanto sopra descritto, al di là che sia anche solo confermato in parte, finirà per essere catalogabile nella categoria "bazzecole, quisquilie e pinzillacchere". E nonostante tutto ciò c'è chi si ostina ha definire conservatore un governo palesemente (post) fascista.

Autore Marzio Bimbi
Categoria Cronaca
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