Come mai è stata sottovalutata la pericolosità della “strategia” posta in atto da Renzi ad accordo concluso tra PD e M5S? Con IV - una sigla che al momento sa di presa in giro – lo stratega aveva ottenuto un accordo di governo, due ministeri e un sottosegretariato ma il “colpaccio” migliore gli era riuscito nel piazzare i suoi fedelissimi nelle commissioni parlamentari strategiche: Bilancio (Recovery Plan 209 miliardi di euro da destinare); Affari Costituzionali ( modifiche alla legge elettorale e istituzionali); Giustizia (relazione ministro Buonafede); Lavori Pubblici (investimenti colossali collegati a fondo europeo, Autostrade S.p.A., 130 milioni di euro per la ricostruzione del ponte Morandi – contratto iniziale € 30 milioni – è sempre un via vai di volpi); Sanità (pandemia, vaccinazioni, ristrutturazione del sistema sanitario).

Se la “prima linea” è caduta rimane la seconda linea che riuscirebbe a bloccare i lavori delle commissioni provocando gravissimi ritardi e varie bocciature delle proposte di governo infatti a parità di voti l'atto viene respinto. Nonostante tutto questo Renzi chiedeva al premier Conte che rinunciasse alla delega dei servizi segreti (un’altra pericolosissima mina vagante).

La figura di Zingaretti in tutta questa faccenda rimane ambigua: il PD non rappresenta più una forza politica ben definita, ha perduto una consistente parte del suo elettorato perché quest’ultimo non si sente più rappresentato infatti i vertici hanno scelto di curare i loro interessi patteggiando con tutti pur di partecipare al “banchetto” (patto del Nazzareno, significative strette di mano con Salvini e chissà quanti altri compromessi).

Si sta pagando l’errore di aver affidato la cura dei nostri interessi collettivi alle persone sbagliate, guardate lo squallido spettacolo che stanno offrendo questi “mestieranti consumati”!