Merkel, Hollande e lo stesso Gentiloni sono stati concordi nel definire giustificato e proporzionato il bombardamento americano in Siria, indicandola come una risposta dovuta all'attacco chimico di martedì nella provincia di Idlib.

Dichiarazioni in linea con quelle delle istituzioni europee con Tusk e Juncker che, tramite i loro portavoce, hanno detto di aver trovato naturale che gli americani punissero Assad in seguito all'accusa di aver consentito un attacco con armi chimiche.

Riflettendoci un attimo, il bombardamento americano in Siria, in sé, è una non notizia. Da tempo gli americani bombardano le postazioni Isis nel paese, causando anche vittime tra i civili. La novità sta nel fatto che, stavolta, l'obbiettivo era una base militare del regime di Assad con cui, indirettamente, gli americani dovrebbero essere alleati.

I Russi, oltre alle dichiarazioni di sdegno e denuncia, definendo - non a torto - ingiustificata l'aggressione degli Stati Uniti, sono anche passati ai fatti.

Va detto che la Siria è un paese membro dell'ONU ed un'aggressione senza alcun pronunciamento di condanna da parte delle Nazioni Unite è, gioco forza, una violazione alle regole dell'assemblea, oltre che alla sovranità siriana.

E non bisogna neppure dimenticare che il bombardamento chimico di martedì è stato comprovato dalle analisi sui morti e sui sopravvissuti, ma non è stata condotta alcuna inchiesta che ufficialmente abbia indicato Assad come responsabile.

Così, russi e iraniani hanno paragonato questo intervento a quello che gli USA fecero in Iraq nel 2003. Affermazione, peraltro, che non può essere contraddetta.

La Siria è un ottimo alleato della Russia e la quasi sconfitta dei ribelli che sembravano aver la meglio su Assad si deve all'intervento dell'esercito di Putin. Così, in conseguenza dell'attacco USA, il ministro degli esteri russo Lavrov ha anticipato che il suo paese invierà batterie antiaeree e antimissile, interrompendo anche qualsiasi scambio di informazioni con gli americani sullo stato dei voli militari nei cieli della Siria.

Adesso non resta che attendere per capire se l'attacco americano potrà avere ulteriori conseguenze sul piano militare oltre che su quello diplomatico.