Il Bundestag ha respinto oggi, con 350 voti contrari e 338 favorevoli, il controverso disegno di legge della Cdu-Csu per inasprire le politiche migratorie, noto come "legge per la limitazione dei flussi". Cinque gli astenuti. Un esito che conferma le divisioni nel Parlamento tedesco e accende il dibattito sul rapporto tra i partiti tradizionali e l'ultradestra neonazista dell'AfD, che nei giorni scorsi aveva annunciato di appoggiare il ddl dei cristiano-democratici.  

La proposta di Cdu-Csu, sostenuta anche da Fdp, AfD e Bsw, mirava a introdurre restrizioni all'immigrazione, tra cui limitazioni agli ingressi per richiedenti asilo e rimpatri più rigidi. Contrari Spd, Verdi e Sinistra, che avevano chiesto di rinviare il testo alla Commissione Interni, trovando però l'opposizione della maggioranza. Il voto di oggi arriva dopo l'approvazione, sempre con i voti dell'AfD, di una mozione della Cdu-Csu sulle politiche migratorie, evento che ha scatenato accuse reciproche tra governo e opposizione.  

A pesare sul dibattito non è solo il contenuto della legge, ma il precedente creato dall'apertura della Cdu-Csu a collaborazioni indirette con l'AfD, partito finora sempre isolato dalle forze parlamentari tedesche.

«Friedrich Merz ha completato la rottura con il tabù, fallendo miseramente. Era pronto a far passare una legge con i voti dell'estrema destra. Il "muro di protezione" è caduto», ha dichiarato Matthias Miersch, segretario generale dell'Spd, allo Spiegel. 

Dal canto suo, l'AfD ha colto l'occasione per rivendicare un ruolo centrale nel dibattito migratorio. «Oggi abbiamo visto l'implosione dell'Unione e il tramonto di Merz come candidato cancelliere. Una svolta sull'immigrazione è possibile solo con l'AfD», ha dichiarato Alice Weidel, leader del partito ultranazionalista, sottolineando come il voto dimostri l'incapacità degli altri partiti di gestire quella che ora, a poche settimane dalle politiche, viene fatta passare come sfida cruciale.  

In un video-messagio il cancelliere Olaf Scho ha ribadito la linea del governo: «Questa settimana è venuto meno qualcosa di prezioso: il consenso tra i democratici. Non si può fare causa comune con l'estrema destra». Pur evitando di citare direttamente la Cdu, Scholz ha lanciato un appello al «centro politico» per trovare soluzioni «basate sulla decenza e il buon senso», isolando chi mina i valori costituzionali (cioè l'AfD).  

Il voto segna un punto di non ritorno nella politica tedesca. Se da un lato il disegno di legge è fallito, l'apertura della Cdu-Csu a dinamiche che trovano il cponsendo dei neonazisti – pur senza accordi formali – rischia di ridefinire gli equilibri parlamentari in vista del voto. La frattura nel campo conservatore, tra chi difende il cordone sanitario contro l'ultradestra e chi cerca di sfruttarne il peso numerico, potrebbe indebolire ulteriormente l'opposizione, lasciando spazio a ulteriori polarizzazioni.  

Intanto, la questione migratoria resta un nervo scoperto. Con oltre 300mila richieste d'asilo nel 2023 e una percezione di insicurezza diffusa, la pressione per politiche più restrittive non si placa. Ma il prezzo da pagare per trovare una maggioranza, come dimostra questa settimana, potrebbe essere sempre più alto.