"Il blocco dei licenziamenti resta fissato al 30 giugno: salta la proroga al 28 agosto per le aziende che avessero chiesto la Cig Covid dall'entrata in vigore del decreto Sostegni bis entro la fine del prossimo mese. Confermata invece la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021 con l'impegno a non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono. E dunque potenzialmente fino a fine anno. Questo - conclude l'Ansa - l'esito del percorso di approfondimento tecnico nel governo svolto sulla base delle proposte del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nel Cdm di giovedì scorso che prevedono, sottolineano dall'esecutivo, un insieme più complessivo di misure per sostenere le imprese e i lavoratori nella fase della ripartenza".
Il governo, con il sostegno di una parte della maggioranza, ha cercato così di soddisfare le richieste di Confindustria che, tramite un'intervista rilasciata eri dal vicepresidente Stirpe al proprio giornale, aveva espresso tutta la sua contrarietà ad una possibile ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti rispetto a quella di fine giugno, concordata a marzo.
Il ministro del Lavoro, il dem Orlando, tace sull'argomento, mentre il segretario del suo partito, Enrico Letta dichiara:
"Sulla questione cruciale del blocco dei licenziamenti e della cig ho letto critiche superficiali e ingenerose nei confronti del ministro Andrea Orlando, che lavora, su un tema delicato per milioni di italiani, con tutto il nostro sostegno e apprezzamento".
Ma il sostegno e l'apprezzamento del Pd non sembrano per nulla adeguati all'attuale situazione del Paese, secondo l'Unione Sindacale di Base:
"Nel decreto semplificazioni spunta ciò che da tempo si percepiva, la volontà di tornare indietro dall'attuale normativa sugli appalti - non è che assomigliasse neanche lontanamente a ciò che serviva - per lasciare ulteriore mano libera agli appalti senza gara, ai subappalti senza limite né tetti. Immaginiamo che anche in questo caso, come nella notte del terremoto di L'Aquila, ci sia più di qualcuno che ride pregustando grandi affari e lauti guadagni.Infine, ma solo per il momento, la scelta più grave, quella di dare il via libera ai licenziamenti dalla fine di giugno. Indorata la pillola introducendo alcuni correttivi alla CIG, si cede completamente ai diktat in materia lanciati da Confindustria. Il milione di posti di lavoro già persi nonostante il blocco formale dei licenziamenti, la prospettiva di migliaia di aziende pronte a portare i libri in tribunale e centinaia di migliaia di prossimi espulsi dalla produzione non sono stati sufficienti ad indurre il governo a respingere l'assalto dei padroni a cui, per soprammercato, si destina una quota consistentissima delle risorse previste dal PNRR e dal DL sostegni.Proprio sul PNRR si è poi deciso di far partecipare le parti sociali (ovviamente i sindacati complici e le associazioni datoriali) ai tavoli di gestione che dovranno decidere dove e quanto destinare delle risorse previste, in poche parole la spartizione delle quote del lauto banchetto.I posizionamenti pre-elettorali di tutti i partiti della maggioranza evidentemente sono fumo agli occhi, una cortina per nascondere quell'unanimità sostanziale che unisce tutte le forze politiche e tutti gli attori sociali".
E che l'ennesima farsa stia per compiersi sembrano dimostrarlo le dichiarazioni soft di questa mattina di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a Rai Radio 1:
"Per noi la partita sul blocco dei licenziamenti non è chiusa. Il messaggio che viene dato, ascoltando un po' troppo Confindustria è che i problemi si risolverebbero con la libertà di licenziare. Credo che sia un messaggio sbagliato. Noi continueremo a chiedere che ci sia una proroga del blocco dei licenziamenti. Nel provvedimento che sembra, perché noi i testi non li abbiamo visti, perché la cosa simpatica di questo periodo è che si parla sui giornali, ma non ci sono testi ufficiali e sedi formali in cui la discussione si può fare, da quello che leggiamo le imprese industriali dal primo di luglio potranno ricorrere alla cassa ordinaria e se lo fanno non pagano contributi e a quel punto possono evitare di licenziare.Di nuovo siamo di fronte ad un aiuto dato alle imprese, ma l'impresa può scegliere se licenziare oppure no. Io credo che quest'anno sarebbe utile evitare la strada dei licenziamenti. Noi non vogliamo trovarci difronte a migliaia licenziamenti perché non è questo il momento di aprire ulteriori fratture sociali nel Paese. Di accordi non se ne erano fatti - ha concluso Landini - e noi abbiamo chiesto di poter proseguire il confronto. Ciò non è avvenuto. Il governo ha scelto di prendere una propria decisione, che ancora non ci convince, non è sufficiente e intendiamo proseguire per portare maggior tutela.Se le imprese hanno risorse e vengono dati loro finanziamenti e hanno opportunità di utilizzare la cassa interazione senza pagarla non deve essere un'opzione licenziare o no a seconda di quello che conviene. Se hai aiuti pubblici, se hai addirittura gli strumenti che in questi mesi possono evitare di ricorrere ai licenziamenti senza costi aggiuntivi, deve diventare un vincolo per le imprese utilizzare quegli strumenti anziché ricorrere ai licenziamenti".
Il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, a margine dell'iniziativa organizzata dall'Ebna, ha dichiarato:
"In questa settimana, mentre noi chiediamo «zero morti sul lavoro», qualcuno chiede «zero diritti» e sono le stesse Associazioni datoriali che, in questo anno, hanno avuto il 74% dei finanziamenti dello Stato a favore delle aziende. Venerdì saremo in piazza per far sentire la nostra voce. Centinaia di migliaia di persone rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Noi siamo sempre per risolvere i problemi e per trovare le soluzioni: speriamo che ciascuno faccia appello al proprio senso di responsabilità per evitare di incendiare il Paese".
C'è da immaginare che l'iperliberista, diversamente socialista, Matteo Renzi non possa che essere soddisfattissimo di un possibile favore fatto a Confindustria, mentre sull'argomento tace il "neo-comunista", a suo dire, Matteo Salvini che preferisce non ricordare ai suoi "fan" che lui sta dalla parte di Confindustria.