Lo sviluppo della portualità nel contesto mamertino è negli ultimi anni funestato da vertenze lavorative e da destituzioni dal sapore per lo più discriminatorio che legati a vicende economiche oppure organizzative. Assumono fra l’altro particolare attenzione la circostanza di Sergio Lopresti e di Ivano Cuciti, i quali senza un giustificato motivo, né una giusta causa sono stati in tronco messi alla porta.
È stato lo stesso Sergio Lopresti a lanciare l’allarme d’una situazione avente caratteri allucinanti: “Sono stato licenziato in data 31.01.2023 con lettera da parte della società “Mare Pulito”, dove mi accusano di aver usufruito dell’esonero contributivo senza che mi spettasse, e mi impongono la restituzione, a loro dire, delle somme indebitamente riconosciute. Per la stessa motivazione essa ha provveduto a licenziare altro personale marittimo, che è stato prontamente riassunto qualche settimana dopo il mio licenziamento. – ha dichiarato Lopresti –. Tale periodo di lavoro a tempo indeterminato pregresso non risulta nell’estratto conto contributivo, poiché non è mai stato svolto da me, ad eccezione di qualche imbarco durante il periodo scolastico sulla barca da pesca di mio padre, come testimoniabile dal medesimo documento.
In data 13.02.2023, prot. 9496, ho ricevuto dalla Capitaneria di Porto di Milazzo una raccomandata con argomento la cessazione del contratto a tempo indeterminato; inoltre mi ha esortato a presentarmi da loro per regolarizzare lo sbarco ex art. 342 del Codice della Navigazione per volontà dell’armatore. Mi oppongo a questo licenziamento ed a questa raccomandata di sbarco, mandando la p.e.c. alla stessa Capitaneria in data 24.02.2023 con oggetto la cessazione contratto a tempo indeterminato. La stessa p.e.c. di opposizione viene inviata a CompaMare Catania, MariCoGeCap, Ispettorato del Lavoro, Organizzazione Internazionale del lavoro, Direzione generale per la vigilanza sulle autorità di sistema portuale, trasporto marittimo e per vie d’acqua interne, dove erano scritte alcune motivazioni, per cui io non avrei dovuto fare lo sbarco, nonostante il mio licenziamento fosse illegittimo e anche la procedura di sbarco, perché non vi era una sentenza di un Giudice, che attestasse la mia colpevolezza per i fatti denunciati dal mio armatore, essendoci anche una sentenza di Cassazione limitante lo sbarco da parte dell’armatore.
Di tale giudizio della Cassazione sono stato informato dal Sig. Gennaro Bottiglieri del sindacato ORSA; inoltre ho fatto presente che la società Mare Pulito allo stato attuale non aveva un contratto attivo, come testimonia la disdetta presentata alla U.I.L. Trasporti in data 31.08.2022 con oggetto la disdetta del contratto aziendale del 20.03.2003 e accordi successivi della società Mare Pulito s.r.l. di Milazzo. Benché io abbia allegato il giorno dello sbarco la nota dell’avvocato d’impugnazione del licenziamento, poiché illegittimo, avallato dalla comunicazione UNILAV, dove la società mi inquadra con il CCNL di categoria fra i 135 dipendenti delle imprese, che attendono alle operazioni portuali ai magazzini e silos per addetti alle compagnie portuali, nonostante io svolgessi un servizio h24 imbarcato a libretto sul rimorchiatore facente servizio antinquinamento sotto le 150 tonnellate.
Alla luce dell’inquadramento non marittimo, ma di personale a terra, mi viene il dubbio che questa convenzione non sia regolare, poiché il datore di lavoro Marco Aurelio Giamboi e l’Agenzia marittima Laquidara, che cura le pratiche di sbarco imbarco e trasbordi, in effetti abbia truffato me e anche possibilmente la Capitaneria. Valutando la non conformità degli accordi e dei contratti marittimi con le varie convenzioni di sbarco e imbarco dei dipendenti, sarebbe opportuno vigilare ed attenzionare questa società per non perseverare in tali situazioni nei confronti dei dipendenti, con danni economici e contributivi: infatti, in una nota dell’INPS dopo una mia richiesta di contributi versati di lavoro marittimo, apprendo la reiezione della domanda di estratto conto marittimi, poiché non risultano periodi di lavoro marittimo ed i pescatori associati in cooperativa non sono riconosciuti come categoria di marittimi ai fini pensionistici; ma come assicurati all’A.G.O.
Fatto sta, che alla luce di quanto ho espletato, io sono la persona danneggiata, essendo stato licenziato da quasi un anno e non avendo ancora ricevuto le varie spettanze economiche in ordine ad una vecchia sospensione illegittima di 4 mesi, dove è stato accertato dal medico competente del lavoro che fosse illegittima e tutte le varie spettanze di differenza pecuniarie e contributive del CCNL di categoria di marittimi sotto le 151 tonnellate rispetto al CCNL di lavoratori portuali e silos. Mi viene anche da pensare come possa la società ancora lavorare inquadrando i dipendenti in modo non consono”.
La scarsa tutela dei lavoratori, unita alla mancanza di chiarezza nei rapporti lavorativi, costituiscono un ostacolo all’ottimizzazione delle realtà lavorative, allorquando incidono pesantemente sul trattamento non solo economico, ma anche professionale di qualsivoglia soggetto, come Sergio Lopresti, il quale, dopo il licenziamento non ha più percepito uno stipendio congruo, a parte l’indennità di disoccupazione, e non ha avuto sospeso il mutuo per la casa da parte della Banca, che ne ha disposto la monetizzazione, oltre al fatto che la sua figlioletta è nata tre mesi prima del predetto licenziamento e per di più dalla società non ha ricevuto alcun T.F.R. per la cessione del quinto attiva, né le spettanze per ferie ed i permessi non goduti.