Continua, aspra e dura la battaglia nel Donbass. La guerra in Ucraina, in questo momento, è concentrata quasi esclusivamente in quell'area e conferma che l'esercito russo ha molti limiti, visto che gli ucraini riescono a difendersi nonostante abbiano in parte le mani legate, visto che per numero e per qualità le armi fornite non permettono loro, almeno finora, di colpire in profondità le linee di approvvigionamento delle forze nemiche.
I russi stanno comunque tentando di interrompere le linee di comunicazione ucraine con Lysychansk, sia da nord verso Sloviansk che da sud vicino a Bakhmut. Il fine dei russi è quello di avanzare più in profondità nell'oblast di Donetsk e di circondare avvolgere la tasca di Severdonetsk da nord.
La scorsa notte, il governatore dell'Oblast di Poltava, Dmytro Lunin, ha affermato che da sei a otto missili hanno preso di mira la raffineria locale che, a questo punto, non potrà essere di nuovo operativa fino a fine anno.
Nell'ultimo bollettino del ministero della Difesa ucraino, le perdite russe dal 24 febbraio registrano 33.350 soldati, 1.465 carri armati, 3.573 veicoli corazzati da combattimento, 739 pezzi di artiglieria, 233 sistemi di lancio multiplo di razzi, 98 sistemi missilistici terra-aria, 180 elicotteri, 216 aeroplani, 594 droni e 14 imbarcazioni.
Zelensky ha salutato come un successo il parere favorevole della Commissione Ue per proseguire il cammino di adesione dell'Ucraina all'Unioine europea, su cui dovrà esprimersi la prossima settimana il Consiglio europeo:
"L'Ucraina merita questo positivo. I valori ucraini sono valori europei. Le istituzioni ucraine mantengono la resilienza anche in condizioni di guerra. Le abitudini democratiche ucraine non hanno perso il loro potere nemmeno adesso. E il nostro riavvicinamento con l'Unione europea non è solo positivo per noi. Questo è il più grande contributo al futuro dell'Europa da molti anni. ...E voglio sottolineare che l'integrazione europea dell'Ucraina non è qualcosa di puramente politico, non qualcosa di distaccato dalla vita della gente comune. Anzi. Più siamo vicini agli altri paesi europei, più opportunità avremo per garantire a tutti gli ucraini una vita moderna e prospera".
Dalla Russia, invece, si cerca di ridisegnare il caos creato da Putin, come se fosse per Mosca qualcosa di poco più che un fastidio, dando per scontato l'esito di quella che continua ad essere definita "operazione speciale".
Così, la "fantasiosa" portavoce ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato in un'intervista a Sky News - Arabia, pubblicata sul suo canale Telegram, che non sarà più possibile per l'Ucraina tornare ai suoi confini precedenti, mentre i due burattini di Putin che si sono proclamati leader delle due repubbliche del Donbass, attendono che che gli oblast di Donetsk e Lugansk cadano completamente in mano russa per dare il via all'ennesima pagliacciata di un referendum perché ufficialmente entrino a far parte della Federazione russa.
Allo stesso tempo, Mosca, cerca di rispondere alle sanzioni occidentali cercando di far aumentare il prezzo del gas con improvvisi tagli alle forniture che mettono in moto le logiche della speculazione, facendo schizzare in alto il prezzo del gas, le cui conseguenza, a cascata, influiscono sui costi di produzione e sulle merci. Putin ha trovato il modo, alquanto semplice, che gli consente di destabilizzare l'Europa, perché alcuni Stati non vogliono rinunciare ai lauti guadagni che questa situazione crea ad alcune società del settore energetico, imponendo un tetto al costo del gas, il cui prezzo è oggettivamente immotivato rispetto a quello di acquisto.
Vedremo se qualcosa accadrà nel prossimo Consiglio europeo.