Come pattuito, Netanyahu ha pagato dazio a Ben Gvir per non essersi sfilato dalla maggioranza dopo lo stop alla riforma della giustizia deciso dal premier israeliano.

Così domenica, anche se a seguito di una accesa discussione tra i ministri, il Governo ha votato il via libera alla formazione di una guardia nazionale, potenzialmente sotto il comando del ministro della sicurezza, per l'appunto Itamar Ben Gvir, che dovrebbe essere composta tra le 2.000 e le 3.000 unità. 

Non è chiaro però chi saranno i suoi membri, quali saranno le loro competenze e come si potranno o dovranno coordinare con le forze di sicurezza già presenti ed attive in Israele.

I soli elementi certi in questa vicenda sono rappresentati dal fatto che adesso Ben Gvir ha una milizia personale ai suoi ordini e che il costo di tale milizia sarà supportato con tagli al bilancio degli altri ministeri per un valore complessivo di 1 miliardo di shekel, circa 280 milioni di dollari.

Moshe Karadi, ex capo della polizia, ha detto che Netanyahu dovrebbe diffidare dal dare un tale potere a un rappresentante dell'estrema destra, paventando la possibilità che un giorno Ben Gvir possa usare il suo esercito privato per fare un colpo di Stato: 

"Netanyahu dovrebbe imparare un po' di storia e vedere cosa succede nei Paesi in cui i politici hanno le proprie forze armate, il passo tra questo e il fatto che lui, con questo potere, possa prendere il controllo dell'ufficio del Primo Ministro e lanciare un colpo di Stato è breve".