L'impero delle luci
L’impero delle luci è senz’altro uno dei dipinti più straordinari realizzati da René Magritte, per la sensazione atmosferica che riesce a comunicare, ed è uno dei quadri che richiama di più gli ideali surrealisti.
L’impero delle luci venne realizzato da Magritte nel 1954, usando la tecnica dei colori a olio; in realtà esistono diverse versioni di questo dipinto: la prima, del 1950, conservata nel Museum of Modern Art di New York; la seconda, del 1954, esposta al Musées Royaux des Beaux-Arts in Belgio; una terza, opera realizzata nel 1967 e conservata in una collezione privata. Quella del 1954 è oggi esposta presso la Collezione Peggy Guggenheim a Venezia.
Esso è la rappresentazione apparente di una villetta che sembra un po’ isolata nel verde, immersa in una profonda e totale oscurità.
Dentro ogni quadro c'è un mondo raccontato o una storia inattesa da raccontare.
Se mi immergo nella sua visione prende dimensione e forma, la mia allucinazione: quella di un Italia che lotta contro un invasore invisibile e malvagio.
La villetta raffigurata diviene la mia casa, la nostra casa ,oggi confine forzato e invalicabile se non per comprovate ragioni di necessità.
Il confine e il simbolo che unisce e divide nello stesso tempo.
Dunque un luogo di tensione in bilico fra difensiva e offensiva.
Una barriera che isola e separa dall’altro:fino a ieri rappresentato dallo straniero e dal diverso.
Oggi invece ,ci isola e separa da noi stessi e dal nostro modo di vivere la vita nelle strade e nella piazza.
La socialità è di fatto sacrificata al monito necessario dell'isolamento.
Al confine della nostra casa fa da cornice la frontiera esterna, oggi di nuovo chiusa.
E' ufficiale, lo spazio Schengen è stato sospeso e blocca i flussi dall'esterno.
A dare l'annuncio è stato il presidente francese, Emmanuel Macron: a partire da mezzogiorno del 17 marzo, lo spazio Schengen è stato sospeso e sono state chiuse le sue frontiere esterne. Tutti i viaggi tra i Paesi non europei ed europei saranno sospesi per 30 giorni
Il Trattato di Schengen prevede la possibilità di deroghe in caso di emergenza o di minaccia e può essere sospeso fino a due mesi. Le deroghe sono state ampiamente utilizzate per l'emergenza terrorismo, ma il dilagare del Covid-19 sembra riportare il Continente ai tempi delle frontiere chiuse.
Chiusi in una casa dentro uno Stato che si chiude.
A chi apparteniamo adesso?
E poi, nel dipinto di Magritte ci sono gli alberi e tanta oscurità:una oscurità che viene rotta dalle luci artificiali provenienti dall’interno di alcune camere della casa che rappresentano la vita che si svolge comunque e nonostante tutto.
Un buio che viene contrastato anche dalla luce di un lampioncino che rischiara il giardino esterno e il laghetto antistante. Quella luce che può sembrare debole è invece forte e coraggiosa perché è lì fuori a proteggere la casa.
Nella mia allucinazione quella luce sono i medici e gli infermieri, schierati in prima linea quasi a fare da barriera umana contro il male invisibile e pronti a sacrificare se stessi per il valore primario della vita. "Eroi moderni senza poeti a raccontare il loro coraggio" si è letto su uno striscione dinnanzi ad un ospedale di Firenze.
Nello sfondo del dipinto che si staglia dietro l'abitazione non si trova la notte, ma un cielo pomeridiano, di un azzurro chiaro e morbido che può essere letto come il segno della rinascita. Che avremo. Presto.
Notte e giorno condividono lo spazio della tela, in un'opera che vuole eliminare il tempo: come spesso succede, Magritte annulla infatti la linea temporale, rendendo possibile l'apparire simultaneo di cose che, nel reale, si possono vedere solo in successione.
E dunque egli ci mostra il presente costellato di buio ma anche un futuro dal cielo azzurro i cui confini si mescolano sino a scomparire.
«Nell' "Impero delle luci" ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un cielo notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia». (Renè Magritte)
Queste settimane cruciali per il nostro paese stanno disegnando la tela di una nuova guerra, la terza mondiale, che ci rende soldati inconsapevoli e inesperti, chiamati a mettere in campo responsabilità.
Una responsabilità che si deve concretizzare nel prendere doverosa e giusta distanza dagli altri ma tale distanza fisica non deve far dimenticare e impedire la vicinanza di relazioni e la partecipazione alle esigenze altrui.
Così accade che il pessimismo diffusosi riceva una boccata di ossigeno puro con la storia di Gennaro Arma, il comandante della Diamond Princess di Sant'Agnello (Napoli), che lascia da ultimo la sua nave ancorata (e isolata) nel porto di Yokohama, dopo avere gestito con competenza e coraggio la scoperta e lo sviluppo dell'epidemia tra i passeggeri.
Un vero e proprio rovesciamento di immagine rispetto a Francesco Schettino, il comandante che aveva abbandonato la Costa Concordia, subito dopo il suo naufragio sugli scogli dell'Isola del Giglio.
Insomma, siamo chiamati a mettere in campo il rispetto delle istituzioni e il loro valore sociale.
Dobbiamo affrontare un dopo-guerra doloroso e difficile, giacché siamo arrivati alla guerra del Coronavirus, stremati dalla politica delle lacrime e del sangue che ha operato tagli alla cieca: c'è in ballo l'economia della Nazione, il suo mondo del lavoro, il suo futuro immediato e quello meno vicino.
Nel 1946, gli Stati Uniti adottarono il Piano Marshall, un programma di sostegni materiali e finanziari che aiutò l'Italia a ricostruirsi sino al miracolo economico del finire degli anni 50.
Oggi, dovremmo contare sull'Europa, la nostra virtuale assicurazione che ci potrebbe garantire le risorse, le alleanze, gli elementi di forza occorrenti per riprendere il cammino.
L'unica certezza per il momento sulla quale possiamo fondare il nostro impero delle luci è quella degli eroi senza maschera, mantello e cavallo, armati solo di mascherina, camice e guanti :ogni giorno combattono battaglie silenziose per salvare quante più vite possibili.
E oggi più che mai sono impegnati nella dura lotta contro il coronavirus. Medici e infermieri in tutti gli ospedali d'Italia sono all'opera senza sosta per contrastare il Covid-19, il loro coraggio e la loro costanza sono l'ancora a cui si è aggrappata la popolazione, che a sua volta si è attivata per contraccambiare.
Eroi che hanno commosso perfino star internazionali come Bono vox che gli dedica dai social:"let your love be know"
(Fai conoscere il tuo amore):
Sing as an act of resistance
Sing though your heart is overthrown
When you sing there is no distance
So let your love be' know, oh let your love be know.
Though your heart is overthrown
Let your love be know
Nelle nostre case siamo chiamati a riflettere .
Chi è ora l'altro? Il nemico da abbattere?
Che dimensione hanno ora i disperati che scappano da guerre ,sofferenze e malattie? Cosa divengono,dinnanzi a tutto ciò, gli immigrati, il male nero?
Io credo che viviamo costantemente per attraversare luoghi che sono sempre "altrui", ma che , ci appartengono e non possono che appartenerci per interposta persona.
Il virus ci ha portato ad abitare la linea di soglia delle frontiere.
Una linea scavata nella vita, nella coscienza e nell’anima di chi si è sempre trovato "in mezzo", né da una parte né dall’altra e che ha sempre pacificamente rivendicato il riconoscimento di una posizione e di un posto, nel tempo e nello spazio.
Uno spazio che può costruire un palazzo di luci in cui il primo abitante è la pietas ,come quella descritta da Mia Lecomte nella sua poesia :
Pietà di noi, qua dentro, pietà / con le finestre finte / pietà, dell’abitarci assente / del non poterci stare / pietà, pietà, pietà / in questa nostra altrui.
Guardando verso il basso disse infine un antropologo, non vedo radici, vedo solo i miei piedi.
Il primo diritto degli uomini è di abitare la terra, che non è nostra, e quindi muoversi, andare da un posto all’altro, errare.
Ma sembra che tale diritto sia stato riservato solo ad alcuni prima dei tempi contaminati da un virus antirazzista antisemita egualitarista tollerante libertario e globalizzato.