Amnesty International ha pubblicato oggi un rapporto di oltre 100 pagine, dal titolo "Diventare grandi nel braccio della morte". Secondo il rapporto, nel paese mediorientale nel braccio della morte, in attesa dell'esecuzione, ci sarebbero decine di persone che, al momento, in cui è stato commesso il reato avevano meno di 18 anni.

L'organizzazione per la difesa dei diritti umani ne ha identificati almeno 49. Molti di loro hanno trascorso, in media, circa sette anni nel braccio della morte. Alcuni anche più di dieci anni. Secondo l'Onu, i minori in attesa di esecuzione, nelle prigioni iraniane, sarebbero molti di più, almeno 160.

In base a quanto riferisce il rapporto, nei dieci anni dal 2005 al 2015, sono state eseguite 73 condanne a morte di minori, di cui quattro lo scorso anno. Di questi, la maggioranza era stata condannata per omicidio, ma, prevalentemente, le condanne a morte riguardano spaccio di droga e reati connessi.

Nel 2013, l'Iran ha adottato il nuovo Codice Penale Islamico, che consente al giudice, nel caso di reati commessi da minori, di valutare, a sua completa discrezione, la maturità del colpevole e di sostituire la condanna a morte con una pena alternativa.

Tuttavia, negli ultimi tre anni, le cose non sono migliorate. Le valutazioni di maturità sono molto superficiali, spesso ridicole. In alcuni casi, si basano su domande molto semplici, del tipo se l'accusato comprende che è sbagliato uccidere un essere umano.

Una donna, la cui condanna è stata eseguita nell'ottobre del 2015, era stata accusata dell'omicidio del marito, costretta a sposare a 16 anni. Condannata in primo grado, ha fatto ricorso in appello. Il nuovo processo si è concluso in poche ore, con una valutazione psicologica consistita nel chiedere all'imputata se pregava e studiava i testi religiosi.

Secondo un precedente rapporto di Amnesty International, pubblicato nel luglio scorso, in Iran, nella prima metà del 2015, sono state eseguite in totale, compresi gli adulti, 700 condanne a morte, un numero pari a quello dell'intero anno precedente. 

Il rapporto riguardante le condanne a morte dei minori è stato pubblicato in concomitanza della visita del presidente iraniano, Hassan Rohani, in Europa, a cominciare dall'Italia.

Matteo Renzi si è detto convinto che, con l'aiuto dell'Iran, sarà più facile sconfiggere l'Isis. Certo, non è proprio l'alleato migliore. L'Iran non sembra avere grandi credenziali in merito al suo impegno nella lotta contro l'uso della violenza e per il rispetto dei diritti umani.

Negli incontri con il governo italiano, c'era poco spazio per parlare di diritti umani. Era più importante la firma di contratti per un totale di 17 miliardi di euro, di cui uno con la Saipem del valore di 5 miliardi. 

Lo stesso, probabilmente, accadrà nell'incontro con Francois Hollande, durante il quale sono previsti accordi con Renault e Peugeot e la firma di un contratto con l'Airbus per l'acquisto di 114 aerei.