Nel bailamme scatenato sui media dalle opposte posizioni circa l'atteggiamento da adottare in relazione all' invasione russa dell'Ucraina, oltre alle dementi prese di posizione tipo Freccero e altri terrapiattisti si registra una nutrita pattuglia di "no armi all' Ucraina" che motiva con il fatto che così si prolunga soltanto la guerra e si aumentano morte e distruzione.
Tra questi spiccano Sansonetti e Travaglio (il quale attribuisce agli Stati Uniti e a Berlusconi l'eliminazione dell'Italia dai mondiali). Sorvoliamo per carità di patria sui pagliacci del "... né con Putin né contro Putin, noi siamo contro la guerra!"
Poi c'è da registrare la posizione, condivisibile o meno, di Vittorio Feltri, il quale sostiene senza se e senza ma che Zelensky, all'entrata in Ucraina del primo carro armato russo, si sarebbe dovuto presentare con le chiavi di Kiev, consegnarle al primo generale russo disponibile e poi togliersi di mezzo, così da fare in modo che non si sparasse un solo colpo di cannone ed evitando il disastro a cui stiamo assistendo. Si può concordare o meno, a parte la considerazione del fatto che non si capisce perché le atrocità fasciste e naziste meritavano di essere combattute a costo della vita e quelle russe no. Comunque sia la posizione di Feltri è chiara e non ipocrita.
Viceversa i "no armi all'Ucraina" pensano esattamente la stessa cosa di Feltri, ma non hanno il coraggio di ammetterlo e si nascondono dietro un monotono "bisogna trattare" senza saper dire esattamente con chi, visto che Putin sta ripetendo dal 24 febbraio che lui non scosta nemmeno la sedia per sedersi ad un tavolo di trattative se prima non ha conseguito tutti i risultati che ha in testa, rendendo a quel punto inutile qualunque possibilità di dialogo.
E tutto questo ha un nome, si chiama ipocrisia e anche maleodorante!