Cronaca

In una scuola di Pioltello la metà degli studenti è di fede musulmana e per questo si farà un giorno di vacanza per la fine del Ramadan

Iqbal Masih era un giovanissimo pakistano, morto a 12 anni nel 1995. Iqbal iniziò a lavorare quando aveva appena 4 anni, in una fornace. L'anno successivo il padre lo vendette a un fabbricante di tappeti per pagare un debito contratto per sostenere le spese a organizzare le nozze di una delle sorelle di Iqbal. Da allora fu costretto a lavorare fino a dodici ore al giorno, incatenato a un telaio, senza poter andare a scuola o giocare.

Nel 1992 riuscì a fuggire, insieme ad altri ragazzi della fabbrica, per partecipare a una manifestazione organizzata per chiedere una legge che abolisse il lavoro minorile. Ritornato al lavoro, si rifiutò di continuare a riprendere il solito tran tran, nonostante le botte. Successivamente fuggì dal paese dove viveva con la famiglia, venendo ospitato in un ostello gestito da un'organizzazione sindacale.

L'anno dopo iniziò a girare il mondo per raccontare la sua storia ed esortare la autorità ad adoperarsi perché la pratica del lavoro minorile venisse abolita. Morì il 16 aprile 1995, senza che le circostanze della sua morte siano mai state chiarite.

A lui è intitolata una scuola di Pioltello, in provincia di Milano, frequentata - quasi per la metà -  da studenti provenienti da famiglie di fede musulmana.

Nel maggio 2023, quando è stato approvato il calendario per l'anno scolastico in corso, visto il gran numero di studenti musulmani, il Consiglio di Istituto decise di dare un giorno di vacanza per il 10 aprile, in occasione della fine del Ramadan. Ogni scuola, in Italia, ha la possibilità di decidere in autonomia la chiusura in alcuni giorni, purché vengano garantite almeno 200 giornate di lezione all'anno.

"A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan venivano a scuola in tre o quattro. La maggioranza rimaneva a casa per la fine della festa. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questi numeri e a questa  realtà" ha spiegato  il preside Alessandro Fanfoni, auspicando che "a nessuno venga in mente di politicizzare questa decisione".

In pratica, visto che la metà degli studenti, in quanto musulmani, gli anni precedenti rimaneva a casa per festeggiare la fine del Ramadan, in maniera logica e corretta quest'anno il Consiglio di Istituto ha deciso che in occasione della festività la scuola rimanesse chiusa, in modo che nessuno studente potesse mancare le lezioni.

Venuto a conoscenza della notizia, l'influencer prestato alla politica, il ministro della qualunque, l'elencatore seriale compulsivo, l'intrecciatore di mani, il confuso per eccellenza... insomma... Matteo Salvini, non ha mancato di distinguersi per quello che è, cioè il nulla,  uscendosene con questa dichiarazione:

"Mentre qualcuno vuole rimuovere i simboli cattolici - come i crocifissi nelle aule - per paura di “offendere”, in provincia di Milano una preside decide di chiudere la scuola per la fine del ramadan. Una scelta inaccettabile, contro i valori, l’identità e le tradizioni del nostro Paese. Non è questo il “modello” di Italia ed Europa che vogliamo".

Ma la cosa più divertente è che se uno gli chiedesse di elencare i dieci comandamenti, Salvini è certo che farebbe scena muta. Invece, per non vomitare, è meglio non farci dire il "modello" di Italia ed Europa che uno ... come lui vorrebbe.

Autore Rino Mauri
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