Esteri

Brexit, tra uscita senza accordo e nuove elezioni

Queste le possibili conseguenze per la Gran Bretagna di una uscita dall'Unione europea senza un accordo:

- Drastica diminuzione di cibi freschi con drsatici aumenti di prezzo.
- Proteste di piazza per la chiusura della frontiera tra le due Irlande.
- Minore disponibilità di carburante e perdita di alcune migliaia di posti di lavoro per la possibile chiusura di due raffinerie dovuta all'annullamento delle imposte sulle importazioni di carburante.
- Problemi per il reperimento dei medicinali.
- Tensioni e disordini pubblici. 
- Ritardi nei punti di transito di accesso all'UE: aeroporti, Eurotunnel e Dover.
- Interruzione del trasporto merci nei porti per almeno tre mesi, a causa dei controlli doganali, prima che il flusso del traffico possa riprendere almeno al 50-70% rispetto al ritmo attuale.

Questo è il drammatico riassunto di una nota riservata del Governo britannico (denominata Operation Yellowhammer) di cosa accadrebbe nel Regno Unito in caso di "hard" Brexit pubblicata dal Sunday Times e non smentita dall'attuale Governo, con il ministro Michale Gove che ha cercato di sdrammatizzarne i contenuti dicendo che non è aggiornata e che considera lo scenario possibile immaginabile per una Brexit senza accordo.

Boris Johnson, con il suo "stile" cerca di infondere sulla Brexit sicurezza e normalità ad una situazione che, ogni giorno che passa, di normale sembra avere poco o nulla, visto che annuncia piani per trattative e possibili dialoghi e nuovi accordi con l'Unione europea, quando da Bruxelles si fa invece sapere l'esatto contrario.

Probabilmente, l'intenzione del leader laburista è quella di "menare il can per l'aia" in modo che un'uscita senza accordo sia inevitabile. In fondo, come esponente dei pro Brexit, Johnson è probabilmente convinto che l'importante sia uscire dall'Unione... il come è secondario. Evidentemente, dopo un periodo di assestamento, secondo lui la vita in Gran Bretagna riprenderà a scorrere come prima, seppur con regole diverse nei rapporti con gli altri Paesi europei. Una teoria che, naturalmente, non tiene conto "dei morti e dei feriti" (in senso economico) che inevitabilmente finirà per causare.

Ma se non è Johnson a pensarci, ci sono però le opposizioni a farlo. Per questo motivo, anche oggi il leader laburista Jeremy Corbyn ha promesso che farà "tutto il necessario" per impedire al Regno Unito di lasciare l'Ue senza un accordo.

Ed è per questo che a breve dovrebbe presentare una mozione di sfiducia all'attuale Governo in modo che, nel caso venga sostenuta dalla maggioranza dei membri della Camera dei Comuni, entro un paio di settimane si possa dare il via alle procedure per nuove elezioni.

In ogni caso Corbyn, parlando in occasione di un evento nel Northamptonshire, ha comunque promesso che cercherà di riportare la discussione sulla Brexit in Parlamento quanto prima.

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
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