Incominciare la giornata con una buona notizia fa sempre bene soprattutto in questo periodo così difficile per tutti: finalmente il gruppo Autostrade per l'Italia ha accettato le condizione dell'attuale Governo.

La situazione che era emersa successivamente al tragico crollo del ponte Morandi metteva in luce una scandalosa situazione. Nel contratto di concessione erano state introdotte norme ad esclusiva tutela dei concessionari recando un grave danno alla collettività.

Volendo sintetizzare: in origine i gestori avevano ricevuto una rete autostradale in ottimo stato che hanno sfruttato per decenni senza praticare correttamente la manutenzione delle infrastrutture ricavandone ottimi profitti; lo Stato proprietario per revocare la concessione gli dovrebbe pagare € 23 miliardi per il mancato guadagno futuro e prendersi in carico una rete obsoleta e pericolante.

Nonostante tale situazione il Governo iniziava un confronto coraggioso con i gestori, dopo due anni questa mattina la conclusione: i Benetton, azionisti di maggioranza, saranno gradualmente estromessi  e la gestione passerà alla pubblica amministrazione senza provocare danni agli azionisti di minoranza, ai lavoratori e soprattutto saranno rinegoziate le condizioni contrattuali.

In Italia gli atti di giustizia sono rari, per la prima volta l'elemento politico fa la sua parte lavorando in parallelo con la magistratura che sta svolgendo il suo compito indipendentemente: finalmente ognuno ha il suo ruolo.

Gli ingenti investimenti in programma interesseranno anche le infrastrutture e noi cittadini speriamo che tali risorse siano spese bene per dare un impulso poderoso ed innovativo a tutti i settori affinché si possa far rientrare il debito pubblico che ormai ha raggiunto un livello insostenibile.

La ormai diffusa mentalità "della forma dell'acqua" deve essere mandata in soffitta, abbiamo dinanzi una grande occasione per un cambiamento radicale ma occorre rinunciare al passato, il nuovo è a portata di mano, ce lo ha offerto stranamente una pandemia, questo è l'ultimo treno, non lo dobbiamo perdere.