Il 25 marzo, secondo quanto riportato da una fonte stampa ufficiale, il comitato olimpico della Corea del Nord ha deciso di non partecipare alle prossime olimpiadi di Tokyo che si svolgeranno a partire dal prossimo 23 luglio. La motivazione  ufficiale alla base di tale decisione è che Pyongyang non vuole che i suoi atleti possano rischiare di essere contagiati dal Covid.

Un motivo lodevole, ma per molti poco convincente, perché sono in pochi a scommettere che la pandemia non abbia attraversato il confine con la Corea del Nord, anche se il Paese ha messo in atto rigorose misure anti-Covid già dallo scorso anno.

In molti, invece, scommettono che il vero motivo alla base di tale scelta sia soprattutto politico, per evitare di proseguire la strada di riavvicinamento alla Corea del Sud iniziata nel 2018, proprio in occasione delle Olimpiadi invernali, quando Kim Jong-un e la sorella Kim Yo-jong presenziarono ai giochi di Pyeongchang  insieme a funzionari governativi e giornalisti.

La Corea del Nord aveva deciso di non partecipare anche alle Olimpiadi estive del 1988, in quel caso per motivi politici, perché in quell'anno i giochi si svolgevano a Seul.

In ogni caso, non bisogna trascurare il fatto che il pericolo Covid, anche in Giappone, è molto serio e concreto. Un evento pre-olimpico [ stato annullato per un focolaio Covid nella squadra di pallanuoto giapponese, con sette persone risultate positive. In precedenza, era stato annullato anche il passaggio della staffetta olimpica a Osaka dato l'elevato numero di nuovi casi Covid, che avrebbero toccato livelli record, a causa di una nuova variante, che sarebbe ancor più contagiosa di quelle che in Europa hanno dato origine alla cosiddetta terza ondata.