Questa è la ricostruzione, tramite le dichiarazioni "social" di alcuni esponenti PD, del momento politico che vive il Partito Democratico.


Michele Emiliano, membro della direzione nazionale del PD e presidente della regione Puglia, il 29 gennaio: "Oggi sarò da Lucia Annunziata su Rai3 alle 14.30 per parlare del futuro dell'Italia. Dobbiamo evitare che la lotta senza quartiere aperta da Renzi verso i suoi avversari interni al centrosinistra distrugga il Paese consegnandolo in mani sbagliate.

Poco importa la sopravvivenza di questo o quel personaggio politico. È importante invece che sopravviva l'unico partito italiano di centrosinistra realmente democratico e contendibile attraverso un congresso e delle elezioni primarie.

Solo l'immediata apertura del congresso del PD può risolvere questo assurdo conflitto tra D'Alema e Renzi spostando le animosità e le passioni dalle correnti al progetto.

Se il PD non si predispone alla apertura verso l'intera società italiana per condividerne valori e preoccupazioni a cosa serve? Che tipo di società vogliamo tra dieci, venti o trent'anni."

 

Questa invece è la dichiarazione del 28 gennaio di Deborah Serracchiani, presidente della regione Friuli Venezia Giulia e vice segretario nazionale del PD: "Non credo che oggi abbiamo bisogno di toni da guerra, abbiamo bisogno di ricostruire il centrosinistra, non di farlo a pezzetti.

A chi vuole sperimentare ancora la scissione dell'atomo a sinistra, vogliamo dire che nel PD c'è tanta energia, c'è un partito fatto da tanti amministratori che ogni giorno si assumono responsabilità."

 

Infine, il post del 29 gennaio del presidente del Partito Democratico Matteo Orfini: "Il mio intervento conclusivo all'assemblea nazionale degli amministratori locali del Partito Democratico a Rimini. Sono stati due giorni di discussione e confronto utili ad unire e attivare ancora di più la nostra comunità. Grazie a tutti."

 

Come si vede dall'ultima dichiarazione di Orfini, nel PD si cerca di nascondere i problemi negando di vedere la realtà. Il soldatino Orfini parla di comunità, che dovrebbe essere ancora più unita e attiva dopo due giorni di discussione tra gli amministratori locali del partito che si sono risolti nell'incensare come giusto buono e bello tutto ciò che Renzi ha fatto, detto e, a scanso di equivoci, dirà in futuro. Complimenti per la discussione.

D'altra parte, l'atteggiamento dei renziani non può che essere che questo. Negare la realtà per non dover affrontare una'analisi su ciò che il PD, ma soprattutto Renzi, ha fatto in tre anni da segretario e da premier.

In fondo, le contraddizioni del PD sono ben rappresentate da un personaggio come Deborah Serracchiani che, nel proprio profilo facebook, si definisce di orientamento politico liberale. Nulla di male, per carità... ma la domanda non può non essere ignorata. Infatti, che cosa ci sta a fare una liberale in un partito che si definisce socialista?

Infatti, negli ultimi tre anni, Renzi ha licenziato leggi e riforme diverse e persino opposte rispetto a quanto il PD aveva indicato in campagna elettorale e che nulla hanno a che vedere con il socialismo e con la sinistra, provocando una frattura netta con una parte, seppur minoritaria, dei parlamentari ed una perdita consistente di tessere e consensi elettorali, tanto da registrare, nello scorso anno, delle sonore sconfitte alla amministrative e al referendum costituzionale.

Con le elezioni politiche che sono ormai imminenti, logica, buon senso e correttezza istituzionale avrebbero imposto al segretario Matteo Renzi di indire anticipatamente il Congresso del partito per discutere e chiarire una volta per tutte la linea politica del partito.

Ma Renzi se ne è guardato bene dal farlo, perché lo statuto del PD prevede che il segretario sia anche il premier designato in pectore da indicare al presidente della Repubblica, in caso di vittoria elettorale, per guidare un nuovo governo.

Quindi, per non rischiare la poltrona di segretario e, di conseguenza, quella di premier, Renzi si è rifiutato di anticipare la data del congresso previsto in autunno per andare al voto il prima possibile, senza fare alcun chiarimento all'interno del partito.

Michele Emiliano, nell'intervista odierna a Lucia Annunziata, ha condannato questa scelta ed ha anticipato delle iniziative per costringere Matteo Renzi ad indire il Congresso il prima possibile.

Inutile prevedere che i renziani continueranno a far finta di niente affrettando la data del voto e la caduta del Governo Gentiloni. A quel punto, il PD potrebbe perdere completamente lo zoccolo duro a sinistra (quello che Deborah Serracchiani definisce come scissione dell'atomo a sinistra) che potrebbe dar vita ad un altro schieramento, favorendo in tal modo eventuali coalizioni della destra - dipenderà dal tipo di legge elettorale con cui si andrà a votare - ed il Movimento 5 Stelle... con tanti saluti al Partito Democratico e alle velleità dello stesso Renzi di riprendersi Palazzo Chigi.