La Democrazia va rigenerata ogni giorno coinvolgendo i Giovani”.

Non basta di certo una illustre citazione del Presidente Sergio Mattarella per racchiudere il mio pensiero, considerando il tema piuttosto ampio e complesso che, proprio per questo, richiederebbe più spazio.

 

Al di là del dovere civile, di affermare la propria partecipazione, c’è da chiedersi il motivo per il quale siano i più giovani a sentirsi così estranei dal dibattito politico.

Se da un lato credo che, oggi le nuove generazioni prediligano e preferiscano l’affermazione di se stessi, piuttosto che ambire verso la creazione di un contesto collettivo, in cui realizzare il bene personale; dall’altro ad incidere su questa lontananza è probabilmente l’influenza che i giovani sentono di avere sui comportamenti e sulle scelte della Politica. 

 

Come far rifiorire la passione per la Res Publica nelle nuove generazioni?

Personalmente credo che il modo per ricucire questo rapporto abbia bisogno di superare i vecchi stereotipi, tra questi gli slogan frequentemente sentiti (..“i giovani sono il futuro”..), bisogna abbandonare questo approccio vuoto e sterile, indirizzato solo alla raccolta del consenso per gli appuntamenti elettorali. Bisognerebbe riattivare un confronto intergenerazionale tra giovani cittadini e decisori politici, per far sì che loro si sentano attori proattivi in questo ambito e nei processi decisionali.

Abbiamo la necessità di prendere parte di un processo che ci aiuti a sviluppare nuove competenze, ma soprattutto ad essere protagonisti nell’elaborazione delle politiche pubbliche, volte al miglioramento del contesto locale e del nostro sistema politico.

 

La mia visione “romantica” della partecipazione alla vita pubblica è molto influenzata dalla teoria del “servire”, così come sosteneva il buon Don Luigi Sturzo

Inoltre, a mio avviso, sarebbe utile istituire nuovamente delle scuole di formazione politica ed eseguire all'interno delle stesse corsi per le migliori leve di amministratori locali, così come avveniva in passato. La formazione era resa possibile attraverso un percorso formativo che partiva dalle organizzazioni giovanili e dalle attività più umili, e si concludeva una volta date loro le giuste competenze per accedere al mondo della cosa pubblica, con un minimo di contezza e preparazione tecnica-teorica sulle iniziative amministrative da affrontare. 

I Giovani hanno le idee chiare su cosa chiedere alla politica, questa oggi ha l’occasione di tornare ad essere laboratorio dell’amministrazione del futuro, coinvolgendo i giovani nelle scelte decisionali e restituendo loro un ruolo chiave nelle politiche giovanili. 

Solo così si potrà rinvigorire il rapporto tra mondo giovanile e politica, quest'ultima dovrebbe essere un luogo attraverso il quale guardare con ottimismo al futuro. Io, insieme a tanti miei coetanei, non ho mai smesso di crederci, ho scelto sempre di restare e di tutelare le mie radici, cercando di contribuire a rendere la mia città migliore. 


Costruttori di Futuro!
Vito Palumbo, Paternò (CT)